L'ICONOCLASTA

Cala il Pil, calano i consumi, cala la produzione. E i giochi politici mettono a rischio pure i tempi della ripresa

11 settembre 2013 – Diciamo la verità: una ripresa a fine anno ci sarà, ma così debole che non la sentiremo per molti mesi. E sicuramente non creerà nuovi posti di lavoro.

Gli ultimi dati dell’Istat sono brutti.

Nel secondo trimestre del 2013, il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e del 2,1% nei confronti del secondo trimestre di un anno fa.

La spesa delle famiglie, nel secondo trimestre, ha sofferto un calo del 3,3% e gli acquisiti di beni durevoli sono giù del 7,1%.

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, l’ha detto ieri in modo chiaro: «I recenti indicatori mostrano un graduale miglioramento dell’economia. I segnali dicono che la contrazione dell’economia sta arrivando al termine. Il calo della produzione dovrebbe fermarsi nei prossimi mesi, ma i rischi al ribasso di questo scenario – ha messo in guardia – sono accresciuti dalle preoccupazioni degli investitori per la possibile instabilità politica».

Già. L’instabilità politica. Pesa. Eccome.

Così, mentre l’economia singhiozza e tante famiglie fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, i giochi politici vanno avanti a ritmo serrato.

Non commento qui la telenovela della Giunta del Senato sulla decadenza. Si commenta da sola.

Il Presidente della Repubblica è di nuovo al lavoro per evitare una crisi: «Se non consolidiamo la nostra convivenza nazionale – ha avvertito – tutto è a rischio».

Ma anche nell’assenza di una crisi, la strada sarà ancora in salita se parliamo di posti di lavoro e consumi.

Se continuiamo così, l’unico dato in crescita sarà l’impoverimento del Belpaese.

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