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Carlo Calenda è il nuovo ministro dello Sviluppo economico. In settimana il giuramento al Quirinale

9 maggio 2016 – «Ho detto in tutte le sedi che del nome del ministro dello Sviluppo economico dovevo parlare prima col presidente della Repubblica. Ne ho parlato? Sì. Il nuovo ministro è Carlo Calenda». L’annuncio arriva da Matteo Renzi, ospite domenica sera su RaiTre a Che tempo che fa. «Gli ho chiesto di tornare da Bruxelles: giurerà in settimana al Quirinale», ha aggiunto il primo ministro.

L’ex viceministro dello Sviluppo economico, dicastero di cui ora si occuperà dallo scranno più alto, si trova infatti nella capitale belga, dove era stato inviato lo scorso gennaio a sostituire l’ambasciatore Stefano Sannino, considerato dal premier troppo “morbido” nel trattare i dossier europei. Un ruolo inusuale per un non diplomatico, che per la prima volta nella storia era stato chiamato a ricoprire il ruolo di rappresentante italiano alla Ue.

Carlo, classe 1973, figlio dell’economista Fabio Calenda e della regista Cristina Comencini, sostituisce Federica Guidi, l’ex ministra dimessasi più di un mese fa a seguito dello scandalo che ha seguito la pubblicazione delle intercettazioni con protagonista il compagno Gianluca Gemelli, indagato dalla Procura di Potenza nell’ambito di un’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere.

«Non immaginavamo – ha spiegato Renzi da Fabio Fazio tornando sull’addio dell’ex presidente dei Giovani di Confindustria – lo scandalo che ha portato alle dimissioni Guidi. Trovo giusto e importante che un ministro si dimetta. Mi dispiace personalmente per quello che è successo e ci vuole coraggio per dare dimissioni: è vero, non c’era alternativa ma a volte altri l’hanno trovata».

E su Calenda, il premier ha sottolineato l’importanza della sua esperienza da viceministro dello Sviluppo economico, incarico che ha ricoperto sia sotto l’attuale governo, sia nell’esecutivo guidato da Enrico Letta: «Si tratta di una persona che già governava la macchina e così gli ho chiesto di tornare indietro».

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