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My Way – Friedman al Nuovo Quotidiano di Puglia: Racconto il Berlusconi segreto

Pubblichiamo l’intervista a firma di Mario Carparelli che mi ha dedicato venerdì il Nuovo Quotidiano di Puglia, in occasione della presentazione di My Way a Santa Maria di Leuca.

13 novembre 2015 – È un Silvio Berlusconi inedito quello che si scopre leggendo il libro del giornalista Alan Friedman intitolato “My way. Berlusconi si racconta a Friedman” (Rizzoli editore). Un’impresa non facile, dire qualcosa di nuovo del fondatore di Forza Italia – l’uomo di cui più si discute in Italia da oltre vent’ anni – ma che sembra essere riuscita al giornalista americano. Il libro sarà presentato oggi alle 18.30, presso la sala congressi dell’Hotel Terminal di S. Maria di Leuca dove Friedman sarà ospite dello Yacht Club Leuca>.

Friedman, come ha fatto a convincere Berlusconi a scegliere lei per raccontare la sua “vita straordinaria”? Sappiamo dal suo libro che nell’ultimo decennio ha rifiutato almeno quindici proposte simili. C’entra il fatto che lei non è italiano? «Sicuramente il fatto di essere americano mi ha aiutato, nel senso che Berlusconi mi ha detto e parlato più volte di quanto ama gli Stati Uniti d’ America e di quanta fiducia ha nel giornalismo anglosassone, americano. Capiva che parlando con me io sarei stato neutro, imparziale e onesto. E questo mi ha fatto piacere. Però, credo anche che fosse ben disposto nei miei confronti perché il mio libro “Ammazziamo il gattopardo” lo aveva vendicato sul caso Monti-Napolitano. Era contento che in io avessi svelato la vera storia del governo di Mario Monti».

Lei ha intervistato Berlusconi per 39 giornate in un arco di 18 mesi, producendo più di 100 ore di audio e 28 ore di video. Che idea si è fatta sul “segreto del successo” di Berlusconi?
«Quest’ uomo è tante cose, è un uomo complesso ma è soprattutto un geniale imprenditore, creativo e innovativo. E poi ha praticamente cambiato tutto ciò che ha toccato: ha cambiato il mercato immobiliare a Milano, ha inventato la tv commerciale. Da imprenditore è stato veramente un uomo innovativo, grazie alla sua capacità di essere empatico, di ammaliare, di vendere: un grande venditore anche, diciamo».

Lei è americano. Che tra Berlusconi e Bush ci fosse molto feeling è un fatto assodato. È invece più difficile decifrare l’atteggiamento di Obama nei confronti di Berlusconi. Qual è la sua opinione al riguardo?
«Con George W.Bush Berlusconi ha avuto un’ amicizia forte, una grande chimica. Io credo che Obama sia un po’ diffidente nei confronti di Berlusconi, però Obama è “fair”, è un uomo onesto e imparziale, e quando Merkel, Sarkozy e gli europei hanno cercato di buttare giù Berlusconi usando la pretesa di un prestito del Fondo Monetario e volevano l’ aiuto della Casa Bianca in questo intrigo internazionale, Obama ha detto di no, ha detto: “no, non vogliamo avere il sangue di Berlusconi sulla nostre mani”. Obama poi a Cannes, nel momento clou, ha appoggiato Berlusconi nella sua resistenza contro l’idea della troika in Italia. Obama ha capito che non bisognava portare la troika in Italia. Su questo ha aiutato Berlusconi, fino all’ultimo momento, a resistere a un prestito del Fondo Monetario contro Sarkozy, che era un bullo».

Negli anni in cui è stato al governo, in cosa Berlusconi ha fallito e in cosa, invece, andrebbe rivalutato?
«Sicuramente la mancanza delle riforme economiche promesse dal ’94 in poi, l’incapacità di imporre una rivoluzione liberista, reganiana o thatcheriana, in Italia è il più grande dispiacere per Berlusconi, perché lui voleva fare queste cose e l’ironia della storia è che oggi Matteo Renzi, col jobs act, il welfare, la riforma della giustizia e altre riforme che ha già annunciato, sta facendo le cose che Berlusconi avrebbe voluto fare. Credo che l’ uomo vada rivalutato sul fronte della politica internazionale, soprattutto perché ha visto lungo e bene sulla Primavera araba, sulla Libia, sulla Siria e sull’Iraq».

Questo suo breve tour salentino partirà da S. Maria di Leuca, la punta estrema della Puglia. Che idea si è fatta della nostra terra?
«Io sono felicissimo di essere da queste parti perché è veramente un’Italia profonda. Io amo il Sud, amo la Puglia, amo questa zona. Sono stato un po’ in giro per la Puglia: ho visto trulli e masserie, ho goduto della bontà della gente e anche della cucina. Sono più che contento di dialogare, perché a me piace l’idea di non stare solo nei salotti dei talk show televisivi, ma avere il contatto col pubblico del territorio. Questo mi piace molto. Gli incontri salentini fanno parte degli oltre venticinque appuntamenti in programma fra novembre e febbraio in varie città italiane».

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