L'ICONOCLASTA

G7 al via. Barack Obama: «Contrastare con fermezza l’aggressione all’Ucraina». In Baviera, sul tavolo dei grandi del pianeta, anche la crisi greca. Juncker: «Escludo ancora l’uscita di Atene dall’euro. Ma una deadline c’è, anche se non la rivelo, e ancora aspetto la controproposta greca»

7 giugno 2015 – «Bisogna contrastare con fermezza l’aggressione all’Ucraina». Così il presidente Usa, Barack Obama, arrivato stamattina al Castello di Elmau, sulle Alpi bavaresi, dove oggi si è aperto il G7. Il meeting, che riunisce le sette più grandi economie del mondo, è stato preceduto da un bilaterale tra il presidente americano e la cancelliera Angela Merkel, che hanno discusso innanzitutto della questione ucraina (e degli accordi di Minsk) e dell’Iraq.

«Se qualcuno vuole parlare di sanzioni, la discussione potrà soltanto essere sul rafforzamento», ha spiegato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk riferendosi alla grande esclusa, la Russia di Putin, ostracizzata e colpita dalle sanzioni occidentali a seguito della crisi in Ucraina. Tusk ha detto che ci sarà «la riconferma del G7 dell’unità sulle sanzioni».

Alla vigilia del summit ci sono stati a a Garmisch-Partenkirchem violenti scontri tra manifestanti anti-G7 e forze dell’ordine. Un ufficiale di polizia e alcuni militanti sono rimasti feriti nei tafferugli. Le autorità hanno risposto al lancio di fumogeni da parte dei manifestanti con spray al peperoncino e, secondo diverse denunce, gli agenti avrebbero usato anche manganelli contro i dimostranti.

Oggi, i leader del G7 hanno in programma due tavoli di lavoro. Il primo, incentrato sull’economia globale, poi è il turno del commercio. A cena, si parlerà invece di questioni internazionali e sicurezza. Obama incontrerà in giornata anche il presidente iracheno Haider al-Abadi per discutere degli ultimi sviluppi nel paese e della strategia da adottare per fermare l’avanzata dell’Isis.

La terza sessione di lavoro, fissata per domani, avrà invece al centro delle discussioni le questioni ambientali e climatiche mentre la quarta, e ultima, sarà dedicata alla minaccia terroristica internazionale. Nel corso del pranzo di domani si parlerà dei temi legati allo sviluppo.

Ma, come una spada di Damocle che incombe sull’economia globale, c’è l’irrisolta crisi del debito greco. E sicuramente gli americani continueranno il pressing nei confronti dei partner europei per spingerli a trovare velocemente un accordo con Atene. Dopo l’infuocato discorso di Alexis Tsipras di fronte al parlamento greco, venerdì, quando il premier ellenico ha ribadito il suo rifiuto del piano proposto dai creditori – bollato come «irrealistico e assurdo» – alzando i toni dello scontro, le speranze di coloro che confidavano in un’intesa a breve sono state smorzate.

Tsipras ha parlato stamattina al telefono con Angela Merkel e con il presidente francese François Hollande ed è riuscito a strappare ai due leader l’ennesimo vertice d’emergenza per tentare di raggiungere un accordo in extremis. I tre si incontreranno a Bruxelles il 10 giugno.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, ieri Tsipras avrebbe richiesto un nuovo incontro con il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ma questi avrebbe rifiutato, negandosi perfino al telefono. Secondo gli alti funzionari europei che hanno reso noto l’episodio – negato invece da Atene – Juncker avrebbe rifiutato di parlare con Tsipras perché le nuove informazioni sul piano di riforme promesse al presidente della Commissione non sarebbero mai arrivate. «Non ci sono stati nuovi sviluppi e quindi non c’è ragione di incontrarsi», hanno confidato le fonti. Inoltre, sembrerebbe che Juncker non abbia gradito di non essere stato avvisato in anticipo della decisione greca di non rispettare la scadenza del 5 giugno – quando avrebbe dovuto rimborsare 300 milioni di euro al Fondo monetario internazionale – ma di pagare a fine mese tutte e quattro le rate dovute allo stesso Fondo per un totale di 1,6 miliardi. Una procedura permessa dalle regole dell’istituzione di Washington, per quanto usata molto raramente.

E infine, Tsipras ha sicuramente mancato di diplomazia nel descrivere la proposta dei creditori internazionali, negoziata con il presidente Juncker, nel suo discorso di fronte al parlamento ellenico, venerdì. «Sappiamo che tutto ciò è in gran parte teatro», ha commentato un alto funzionario della Commissione. «Ma noi non siamo tenuti a partecipare a ogni scena del dramma», ha poi aggiunto.

Oggi lo stesso Juncker – in conferenza stampa prima dell’inizio del G7 – è tornato sulla questione: «Non ho un problema personale con Tsipras, è un mio amico, ma l’amicizia, per essere mantenuta, deve rispettare alcune regole minime. Sono stato un po’ deluso dal discorso di Tsipras di fronte al Parlamento di Atene venerdì. Ha presentato le proposte delle tre istituzioni come un “prendere o lasciare”. Non è così e quello non era il messaggio. Ha presentato le proposte come se fossero mie e soltanto mie, mentre sa perfettamente che non è così e che io ero pronto a discutere sui punti principali di contrasto».

Juncker ha poi ribadito che «il premier greco non ha ancora presentato alcuna proposta alternativa, spero lo faccia presto». E poi: «Escludo ancora un’uscita della Grecia dall’euro», ma attenzione: «C’è una deadline per la Grecia, ma non la rivelo, non per rendere la cosa più avvincente, ma per fare in modo che la Grecia non sia penalizzata». Il prossimo incontro con Tsipras dovrebbe tenersi mercoledì prossimo a Bruxelles, a margine del vertice sull’America Latina.

Luna De Bartolo

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