L'ICONOCLASTA

Varoufakis in panchina? L’altro ieri era così. Oggi il portavoce del governo annuncia il suo ritorno all’Eurogruppo dell’11 maggio. Ma si possono fare progressi con Il Divo Varoufakis?

4 maggio 2015 – Non c’è nessun disaccordo tra Alexis Tsipras e il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis. Così il portavoce dell’esecutivo greco, Gabriel Sakellaridis. «Il capo della squadra di negoziatori è lui, ed ha la piena fiducia del governo», ha dichiarato Sakellaridis, precisando che Varoufakis rappresenterà il paese alla prossima riunione dell’Eurogruppo.

Dopo l’ultimo, tesissimo, Eurogruppo – quello del 24 aprile a Riga, dove Varoufakis era stato definito dai suoi colleghi europei un «dilettante», «perditempo» e «giocatore d’azzardo» – Tsipras aveva affiancato al suo ministro delle Finanze il numero due per gli Esteri, Euclid Tsakalotos, nel ruolo di coordinatore del gruppo di funzionari impegnati a negoziare con l’ex troika. Si erano quindi rincorse le voci di una sorta di “commmissariamento” del combattivo Varoufakis in favore del più diplomatico Tsakalotos, che ha studiato a Oxford ed è noto per i suoi toni delicati.

Varoufakis aveva sempre negato di essere stato messo da parte, e oggi arriva la conferma da parte del portavoce del governo Tsipras.

Nel week-end sono proseguiti i negoziati tra Atene e i suoi creditori internazionali (Bce, Commissione Ue e Fmi). I colloqui sono stati fitti, e alcune fonti europee

hanno parlato di una discussione «costruttiva». Tuttavia, è ancora molto presto per capire se ci sono i presupposti per il raggiungimento di un’intesa.

Un funzionario greco, sentito dal Financial Times, ha rivelato che domenica sono emersi problemi nelle trattative causati dall’insistenza dei creditori su un ulteriore taglio delle pensioni e l’adozione di nuove normative volte a facilitare i licenziamenti nel settore privato. Misure su cui il governo ellenico non è assolutamente intenzionato a cedere: come ricordato nei giorni scorsi da Alexis Tsipras, Atene non supererà le “linee rosse” contenute nel programma con cui Syriza ha vinto le elezioni. Tsipras è stato chiaro: «Se la soluzione offerta dovesse andare al di là del nostro mandato, dovrà essere il popolo a scegliere» con un referendum. Il governo ellenico sembrerebbe essere pronto, secondo la stampa locale, a ridurre tre diverse aliquote Iva riportandole a una. Ma non vuole riformare il mercato del lavoro.

Secondo una fonte europea sentita dall’Ansa, «è un buon segnale che i colloqui di Bruxelles tra Atene, Commissione europea, Bce e Fmi proseguano, forse persino fino a mercoledì». Un’altra fonte comunitaria ha spiegato che ci sono «convergenze su alcune punti» ma «servirà più lavoro su alcuni altri».

Atene spera di riuscire a chiudere un accordo dignitoso all’eurogruppo dell’11 maggio. Il giorno dopo, la Grecia dovrà rimborsare 750 milioni di euro al Fondo monetario internazionale. Soldi che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbero non esserci: ecco perché appare sempre più urgente arrivare a un’intesa che porti allo sblocco degli aiuti internazionali, quei 7,2 miliardi di euro concordati a febbraio in cambio di un piano di riforme e di cui il governo Tsipras ha disperatamente bisogno.

Nei giorni scorsi, il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha rassicurato che la Grecia «non andrà in default e non uscirà dall’euro». «La Grecia – ha dichiarato – è e resta parte integrale dell’Eurozona».

Intanto, in un’intervista concessa al quotidiano Sueddeutsche Zeitung, il presidente della Repubblica tedesco, Joachim Gauck, apre alla possibilità di riparazioni alla Grecia per i danni provocati dall’occupazione nazista. Dopo il nein di Angela Merkel – la questione è «giuridicamente e politicamente chiusa» – Gauck inaspettatamente fornisce un punto di vista diverso: «Noi siamo i discendenti di coloro che durante la seconda guerra mondiale hanno lasciato dietro di loro una scia di distruzione, fra l’altro in Grecia», ha detto il capo di Stato tedesco. «È giusto che un Paese così cosciente della storia come il nostro, valuti quali possibilità di riparazione ci potranno essere», ha infine aggiunto. Secondo i calcoli di Atene, i danni ammonterebbero a 279 miliardi di euro.

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