L'ICONOCLASTA

RENZI HA DI FRONTE A SÉ UN LAVORO DURISSIMO: CAMBIARE LA SINISTRA E CAMBIARE IL PAESE

27 ottobre 2014 – Il significato di questo weekend politico è che ha offerto un’occasione per osservare da vicino il passato e il futuro, dalla manifestazione old-fashioned della Cgil, il Camusso Show a San Giovanni a Roma con i dissidenti (Renzi li ha chiamati «reduci») della sinistra radicale del Pd, allo spettacolo del durissimo intervento del premier contro l’articolo 18 alla Leopolda, il suo messaggio forte, come un guanto di sfida lanciato a Fassina, Bindi, Civati, Camusso, Cuperlo e D’Alema: «Non consentiremo a chi ha definito la Leopolda imbarazzante di riportare il Pd da 41 al 25 per cento. Non consentiremo di fare del Pd il partito dei reduci. Siamo circondati dai no. La Leopolda è il luogo dei sì».

Renzi ha proseguito dicendo che «sarà bello capire se è più di sinistra restare aggrappati alla nostalgia o provare a cambiare il futuro». Poi, ha detto che non teme una scissione nel Pd: «Non ho paura di nuovi soggetti a sinistra, le sinistre arcobaleno perdono e fanno perdere l’Italia».

Il 26 ottobre 2014, alla Leopolda, Renzi ha dichiarato guerra ai gattopardi dentro al suo partito e ha rivendicato un New Pd. Renzi, alla Leopolda, ha lanciato il suo New Labour. Si è mostrato un Tony Blair redux, a Firenze, alla Leopolda. O forse qualcosa di più complesso. Perché quando Blair è arrivato al potere nel 1997 la maggior parte del lavoro sporco, dalle riforme del mercato del lavoro e del welfare, alle privatizzazioni e altre manovre, era già stato fatto, dalla Thatcher.

Renzi si trova davanti a un doppio lavoro, deve introdurre, in alcuni casi per la prima volta, delle riforme forti in un paese che ha sempre preferito il gattopardismo e le mezze riforme, le riforme finte, e fare da catalizzatore di una sinistra socialdemocratica più che socialista, con aperture anche al centro e, per la prima volta, al centro destra. Renzi ha di fronte a sé un lavoro molto arduo. Fortunatamente, contro di lui ci sono soltanto dei reduci assortiti di una sinistra radicale che non ha ancora capito l’enormità della sua sconfitta.

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