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Sanders: «Hillary deve diventare presidente». L’appoggio di Warren, il discorso appassionato di Michelle Obama: il primo giorno a Filadelfia

26 luglio 2016 – In una convention Dem segnata all’avvio dalle polemiche legate alla pubblicazione, da parte di Wikileaks, di migliaia di email private dei vertici del partito – che mostrano come questi abbiano sabotato la campagna di Bernie Sanders, sfidante alle primarie di Hillary Clinton, in favore dell’ex segretario di Stato -, lo stesso Sanders, Elizabeth Warren e Michelle Obama, dal palco di Filadelfia, chiedono al popolo democratico di restare unito e di sostenere compatto Hillary Clinton.

Apre le danze Michelle Obama, con un discorso appassionato che ha commosso i presenti, il più applaudito in questo primo giorno alla convention democratica di Filadelfia. «Sono qui questa notte perché in questa elezione c’è una sola persona di cui mi fido: la nostra amica Hillary Clinton. Non è solo una scelta tra democratici e repubblicani, questa elezione riguarda chi avrà il potere di incidere sulla vite dei nostri figli nei prossimi quattro o otto anni. Hillary sa che la presidenza significa lasciare di meglio ai nostri figli. So che tipo di presidente sarebbe ed è per questo che in questa elezione sono con lei. Ci sono stati tanti momenti in cui avrebbe potuto ritenere questo lavoro troppo duro ma lei, ed è ciò che ammiro di più, non sceglie mai la strada più facile. Hillary Clinton nella sua vita non si è mai arresa. È quello che voglio. Voglio qualcuno che ha dimostrato la forza della perseveranza», ha dichiarato la first lady, interrotta da diverse standing ovation. Poi, la conclusione: «Grazie a lei ora le mie figlie danno per scontato che una donna può diventare presidente degli Stati Uniti d’America».

Anche Elizabeth Warren, senatrice radicale del Massachusetts e considerata una paladina anti-Wall Street, dopo aver attaccato con decisione Donald Trump («Un uomo che ha ereditato la propria fortuna dal padre, che nella sua vita ha ingannato persone ed evitato i debiti, un uomo che non ha mai sacrificato nulla per nessuno, un uomo a cui importa solo di sé stesso, ogni minuto della sua vita»), spazza via ogni dubbio: «Hillary Clinton è una delle persone più intelligenti, toste e tenaci del pianeta, una donna che combatte per i bambini, per le altre donne, per un sistema sanitario equo, per i diritti umani, una donna che combatte per tutti noi e forte abbastanza da poter vincere queste battaglie. Siamo qui oggi perché la nostra scelta è Hillary Clinton. Io sto con Hillary».

Poi, ancora contro Trump: «Un uomo che ha ingannato gli studenti della sua università fasulla; un uomo che insulta un giornalista disabile, che offende le donne, i latinos, i musulmani, non può essere presidente degli Stati Uniti».

Quindi è il turno di Bernie Sanders, lo sfidante sconfitto alle primarie ma forte del sostegno di milioni di persone (e del 46% dei delegati), che anche a Filadelfia continuano a tifare per lui. A lui l’arduo compito di convincere i suoi sostenitori a votare per Hillary Clinton. «Farò tutto quanto in mio potere perché lei diventi il nostro nuovo presidente», ha detto Sanders, appoggiando con fermezza l’ex first lady dopo aver ringraziato tutte le persone che hanno creduto in lui nella corsa alle primarie. «Hillary Clinton capisce che se qualcuno, in America, lavora 40 ore a settimana non dovrebbe vivere in povertà», ha dichiarato il senatore del Vermont. «Hillary Clinton capisce che dobbiamo innalzare il salario minimo a un salario che consenta di arrivare alla fine del mese. Ed è determinata nel voler creare milioni di nuovi lavori ricostruendo le nostre infrastrutture fatiscenti, le nostre strade, ponti, impianti idrici e di trattamento delle acque reflue», ha continuato Sanders, mettendo l’accento su quanto la candidata presidente abbia ascoltato le istanze del suo rivale alle primarie su diversi temi, compresa una riforma del sistema universitario, e di come insieme abbiano costruito «la piattaforma più progressista della storia del partito democratico».

«Hillary Clinton sarà una presidente eccezionale e sono orgoglioso di schierarmi con lei stasera», è la conclusione del discorso di Sanders, che non ha mancato di attaccare frontalmente lo sfidante repubblicano della Clinton, Donald Trump, appellandosi ai suoi milioni di sostenitori affinché a novembre prendano la giusta decisione.

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