L'ICONOCLASTA

Siamo sempre più poveri. Quasi un terzo degli italiani è a rischio di povertà. Potere di acquisto e gettito Iva crollano perché la stagnazione persiste e la famosa ripresa sarà da prefisso telefonico. E ora c’è il sospetto che il governo voluto da Napolitano non voglia correre a fare una nuova legge elettorale subito ma fare prima le riforme istituzionali-costituzionali… che prenderebbe troppo tempo. Nuova legge elettorale subito, per favore.

6 dicembre 2013 – L’impoverimento dell’Italia procede, e non abbiamo bisogno di cifre e numeri per capirlo. Ma la conferma statistica continua ad arrivare.

Per l’Eurostat, dopo la Grecia, l’Italia è il Paese della zona euro con il maggiore rischio di povertà ed esclusione: in Italia il 29,9% della popolazione rischia di diventare povero. In Grecia la percentuale è del 34,6%.

E ancora una cifra che conferma la realtà intorno a noi: per l’Inps, il potere d’acquisto delle famiglie è crollato del 9,4% tra il 2008 e il 2012.

Naturalmente, se la gente non ha potere d’acquisto si compra meno, e quindi il gettito Iva per i primi dieci mesi del 2013 ha subito una contrazione del 3,9%, equivalente a 3,4 miliardi di euro. Un po’ meglio il gettito nel mese di ottobre, ma poi bisognerà vedere presto i risultati da novembre, da quando il governo Letta-Alfano ha inspiegabilmente aumentato l’Iva dal 21 al 22% (senza batter ciglio e senza nessuna dichiarazione di rammarico, come fosse una cosa normale).

E ora, con l’economia ancora nelle ceneri, il Paese steso, c’è lo shock della decisione della Corte costituzionale che ha bocciato il Porcellum. Il presidente della Repubblica ha detto la sua, e certamente è condivisibile l’idea del taglio del numero dei parlamentari e le altri riforme istituzionali-costituzionali, compresa la revisione del bicameralismo perfetto. Ma non prima della nuova legge elettorale. First, ci vorrebbe la nuova legge elettorale, con un sistema maggioritario e non proporzionale.

Come ha scritto stamane Francesco Verderami sul Corriere della Sera, «se alla revisione del bicameralismo e al taglio dei parlamentari, si uniscono la fine del finanziamento pubblico ai partiti, l’abolizione delle Province e la legge elettorale, c’è il rischio che il cantiere vada in tilt».

Io avrei qualche sospetto su chi gode all’idea di un processo di riforme istituzionali che sposti avanti nel tempo la nuova legge elettorale. Avrei qualche sospetto su chi vuole tenersi la poltrona il più a lungo possibile, con una politica di annunci importanti e processi al rallentatore, e anche la possibilità (dai banchi del governo) di dare tutta la colpa al parlamento.

A mio avviso, il parlamento deve fare subito una riforma elettorale in senso maggioritario. E poi parliamo del resto.

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