L'ICONOCLASTA

Grecia, banche chiuse e controlli sui capitali. Tsipras: «Faccio appello alla calma, i depositi sono al sicuro». Una scelta obbligata dopo la decisione della Bce di non aumentare la liquidità Ela

28 giugno 2015 – Lunedì le banche elleniche resteranno chiuse. La comunicazione ufficiale arriva dal primo ministro Alexis Tsipras al termine di una riunione d’emergenza con i membri del suo governo. «Faccio appello alla calma, i depositi sono al sicuro», ha dichiarato il premier greco. La decisione arriva dopo che la Bce, domenica, ha deciso di lasciare invariata la liquidità di emergenza (Ela) al livello fissato venerdì, 89 miliardi di euro. Si tratta dell’unica fonte di finanziamento per le banche elleniche, vittime di una corsa agli sportelli che solo nel corso del fine settimana ha visto i cittadini greci ritirare circa 1,3 milioni di euro, rendendo così concreto il rischio fallimento per gli istituti. «Ogni tentativo di cancellare il processo democratico è un insulto a una vergogna per le tradizioni democratiche europee – ha dichiarato Tsipras – Sto ancora aspettando una risposta alla richiesta di estendere gli aiuti alla Grecia».

Secondo il Financial Times, la chiusura delle banche potrebbe durare per giorni e potrebbe essere accompagnata da controlli sui capitali: limiti sui trasferimenti all’estero e per i ritiri ai bancomat.

Nella notte di venerdì, Tsipras – dopo una riunione d’emergenza con i vertici del suo governo non appena tornato ad Atene da Bruxelles – aveva annunciato alla televisione l’intenzione di convocare un referendum domenica 5 luglio, chiedendo al popolo greco se accettare o meno il piano di riforme proposto da Bce, Fmi e Commissione Ue in cambio di 15,5 miliardi di euro fino a novembre. Il parlamento ellenico ha approvato a maggioranza la richiesta di consultazione popolare formulata dal governo.

«Il momento della verità per loro è venuto, il momento di quando vedranno che la Grecia non si arrenderà, che la Grecia non è un gioco cui si può mettere fine. Sono certo che il popolo greco sarà all’altezza delle storiche circostanze ed emetterà un forte no all’ultimatum», ha dichiarato Tsipras nel corso del dibattito. E ancora: «Non abbiamo voluto accettare la morte lenta dell’economia greca. In ogni caso la nostra volontà per individuare una soluzione percorribile sarà sempre

sul tavolo. La Grecia non è semplicemente un turista nella Ue, è un membro con la stessa dignità e gli stessi diritti degli altri».

Per evitare il default – Atene deve rimborsare martedì, giorno in cui scade il secondo programma di salvataggio, 1,6 miliardi di euro al Fondo, soldi di cui le casse elleniche non dispongono – Tsipras ha domandato una proroga temporanea del programma di aiuti, ma l’Eurogruppo ha respinto la richiesta greca. Schaeuble, responsabile del dicastero economico tedesco, non usa mezzi termini: «Il governo greco ha lasciato il tavolo dei negoziati ed è impossibile estendere il programma di aiuti senza continuare a negoziare». L’Eurogruppo è tornato a riunirsi alle 18 di sabato, senza la delegazione greca, per discutere le eventuali conseguenze di un fallimento parziale della Grecia.

«Questa proposta che viola chiaramente le regole europee e i diritti fondamentali al lavoro, alla dignità e all’eguaglianza – aveva dichiarato sabato stanotte Tsipras annunciando la consultazione popolare sul programma proposto dall’ex troika – mostra che il proponimento di alcuni dei partner e istituzioni non è accettabile per tutti i partiti, e rappresenta un’umiliazione di un intero popolo». Il primo ministro greco è schierato per il no, e con lui sono d’accordo i membri del suo partito, primo tra tutti il suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che in un tweet ha scritto: «La democrazia meritava una spinta nelle questioni legate all’ero. Noi l’abbiamo fatto. Facciamo decidere il popolo (buffo come suoni radicale, questo concetto)!».

Luna De Bartolo

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