L'ICONOCLASTA

Draghi parla e l’euro scende. Secondo me si profila una continuazione del QE in Europa e un rialzo dei tassi da parte della Fed quest’inverno, quindi la marcia verso una parità tra euro e dollaro

12 novembre 2015 – Oggi Mario Draghi, il presidente della Bce, ha parlato e l’euro è sceso. Draghi ha spiegato che la ripresa dell’eurozona sta procedendo «moderatamente» ma ha messo tutti in guardia dai visibili rischi al ribasso, e questa retorica ha fatto scendere l’euro di nuovo. Intervenendo al Parlamento Ue, Draghi ha annunciato di avere le prove che «il QE è stato efficace, e tutte le analisi ci dicono che saremo in grado di raggiungere l’obiettivo della stabilità dei prezzi solo se il programma sarà pienamente attuato», ma «se i rischi al ribasso si materializzano e diventano più seri, deve essere rivisitato per affrontarli».

Il presidente della Bce ha poi avvertito: «Per una normalizzazione dell’inflazione potrebbe servire più di quanto previsto a marzo, quindi all’incontro di dicembre riesamineremo le politiche monetarie». E ancora: «Se concluderemo che il nostro obiettivo di stabilità dei prezzi a medio termine è a rischio, agiremo usando tutti gli strumenti disponibili nel nostro mandato per assicurare che un appropriato livello di politica monetaria accomodante sia mantenuto». Draghi ha poi ribadito: «Abbiamo sempre detto che (il programma di QE, ndr) può andare oltre settembre 2016 nel caso non vedessimo un aggiustamento sostenuto nel cammino dell’inflazione». Ma non solo: «Altri strumenti possono essere attivati per rafforzare l’impatto del programma, se necessario».

Parole risolute che hanno immediatamente fatto calare il cambio euro-dollaro. Ora ci si aspetta che la Bce spingerà in avanti con il QE e che Draghi continuerà la sua politica monetaria espansiva. Dopo le parole di Draghi la moneta comune europea è scesa fino a un minimo di 1,0691 rispetto alla valuta Usa. Nel pomeriggio era tornata sopra 1,07.

Intanto, crescono le attese per un rialzo dei tassi d’interesse da parte della banca centrale statunitense, la Fed, nella riunione di dicembre. Alcuni indizi potrebbero già arrivare in serata, quando parlerà a Washington il governatore Janet Yellen. Se la Fed rialzasse i tassi a dicembre o gennaio e Draghi continuasse con il QE e tagliasse ancora qualche tasso d’interesse, allora la direzione verso la parità sarebbe ancora più marcata.

A quel punto non ci si chiederà più se si arriverà o meno alla parità euro-dollaro ma quando.

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