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Emailgate, colpo di scena: l’FBI chiude l’indagine su Hillary Clinton

7 novembre 2016 – A due giorni dal voto, arriva la notizia che Hillary Clinton non sarà incriminata. L’Fbi ha visionato a tempo record tutte le nuove email inviate dall’allora segretaria di Stato dal suo server di posta privato e rinvenute nel computer di Anthony D. Weiner, l’ex marito di Huma Abedin, il braccio destro della candidata democratica, indagato per sexting con una minorenne.

«Abbiamo esaminato tutte le comunicazioni» e «non abbiamo cambiato le conclusioni espresse nel luglio scorso», quando la Clinton fu completamente scagionata (nonostante sia stata bacchettata per aver mostrato grande imprudenza) e l’Fbi chiuse l’indagine prima di riaprirla nove giorni fa a seguito del ritrovamento delle nuove corrispondenze telematiche. Così il direttore dell’Fbi James Comey in una comunicazione diretta al Congresso. Una sorpresa, quando gli esperti erano convinti che ci sarebbero voluti mesi per esaminare le oltre 600mila email.

Secondo quanto riportato dal New York Times, molte delle email erano messaggi personali o copie di mail che gli agenti avevano già esaminato nel corso dell’inchiesta originale, quella chiusa a luglio senza nessuna incriminazione.

Una grande notizia per la campagna di Hillary Clinton e un duro colpo per lo sfidante repubblicano Donald Trump, che negli ultimi giorni, proprio a seguito della riapertura delle indagini, aveva colmato il distacco che lo allontanava dalla candidata democratica. Gli ultimi sondaggi del week-end assegnano all’ex first lady un vantaggio che va dai 5 punti per Abc/Washington Post (48% a 43%), 4 punti per Nbc/Wall Street Journal (44% a 40%), 3 punti per Politico/Morning (45% a 42%), 2,3% per il New York Times.

E, aspetto rilevante, secondo quanto registrato negli Stati che permettono il voto anticipato (innanzitutto la Florida, importante Stato in bilico), gli ispanici si starebbero riversando in massa alle urne: un brutto segnale per Donald Trump, che con la sua fore retorica anti-immigrati avrebbe perso i voti di numerosissimi latinos. Secondo i sondaggi, solo il 19% degli ispanici voterà per il tycoon. George W.Bush nel 2004 vinse il 44% dei voti dei latinos, John McCain nel 2008 il 31%, Mitt Romney nel 2012 il 27%.

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