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FUGA DI CERVELLI – Il fisico e saggista Carlo Rovelli: «Hanno smantellato l’università. I brillanti studenti italiani che sono ora in giro per il mondo non ci saranno nella prossima generazione».


(intervista di Luna De Bartolo)

Carlo Rovelli, diversi anni passati negli Stati Uniti prima come ricercatore e poi come professore all’università di Pittsburgh, è oggi ordinario all’ateneo francese di Aix-Marseille, dove guida un gruppo di ricerca in gravità quantistica.

Fisico e scrittore, è una di quelle personalità che rende lustro all’Italia. Lo incontriamo in occasione del premio letterario Merck, che l’ha visto vincere con il suo ultimo libro, La realtà non è come ci appare.

«Ho conosciuto un gran numero di giovani preparatissimi – spiega Rovelli – sia nel mio campo, la fisica, che in altri campi, e sono tutti fuori, lontano dall’Italia, e praticamente con idea o prospettiva di ritornare, ma non è questo il problema dell’Italia, il problema è che si va solo fuori e non dentro».

«I giovani inglesi vanno in giro per il mondo, come i giovani italiani, e questa è una ricchezza per tutti. I ragazzi italiani che vanno in giro per il mondo sono fortunati. Il problema – continua – è che non siamo come l’Inghilterra, dove i giovani vanno in giro però c’è un sacco di gente che va a Oxford, a Cambridge, a Londra, ad arricchire il mondo culturale inglese. E lo stesso accade in Francia, in Germania, in America, in Spagna. L’Italia è come la Costa d’Avorio, il Camerun, questi paesi dove i più brillanti vanno fuori».

Le prospettive del nostro Paese sono desolanti: «L’università italiana è stata smantellata, una mancanza di lungimiranza spaventosa. Io penso che i brillanti studenti italiani che ci sono in giro per il mondo non ci saranno nella prossima generazione».

Rovelli intravede comunque una speranza: «Il liceo italiano è fra i migliori del mondo, se non il migliore. I giovani italiani hanno un sapere più ricco e vasto dei francesi o degli americani. L’Italia deve riconoscere tutte le sue forze ma anche le debolezze, e sulle debolezze agire».

E ai giovani italiani dice: «Non abbiate paura. Avete il mondo in mano: fate cose, non aspettate che vi dicano cosa fare. Fate quello che vi piace e fatelo con entusiasmo, la vita è più facile di quello che uno si aspetta».

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