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Il presidente di J.P. Morgan: «Non chiedete troppo a Draghi»


Alan Friedman intervista Jacob Frenkel, ex governatore della Banca di Israele e attuale presidente di J.P. Morgan Chase International. A margine del workshop “The European House – Ambrosetti”, terminatosi lo scorso fine settimana a Cernobbio, Frenkel si mostra moderatamente ottimista di fronte al quadro macroeconomico internazionale: «Il mondo sta crescendo. Quando ci siamo incontrati qui nel 2009, è bene ricordarsi, il mondo stava collassando e implodendo. Quest’anno, il 2014, praticamente ogni regione del mondo avrà un indice di crescita positivo, qualcuno vicino allo zero ma comunque presente. Gli Usa, che sono la più grande economia del mondo, si stanno riprendendo».

Quanto all’Europa, nonostante vada incontro a una lieve ripresa, il quadro presenta ancora diverse ombre: «Quest’anno ci sarà un tasso di crescita positivo, molto piccolo, molto, molto piccolo, la strada da percorrere è ancora lunga. I problemi strutturali stanno dominando la scena. Tutti parlano della Bce come in America tutti parlano della Federal Reserve, anche se secondo me i problemi non possono essere risolti dalla Bce, quelle sono questioni strutturali». La Bce, come annunciato pochi giorni fa dal presidente Mario Draghi (che secondo Frenkel «sta facendo un lavoro molto buono»), si è dichiarata pronta ad acquistare fino a 1000 miliardi di titoli per iniettare liquidità nel sistema, ma secondo il presidente di J.P. Morgan questa mossa, anche se positiva, «non creerà posti di lavoro di per sé, la liquidità non ridurrà la disoccupazione di per sé, la liquidità darà tempo alle altre misure per essere implementate altrimenti sarà sprecata».

Il nocciolo del problema, dice Frenkel, è la mancanza di un vero potere centrale in Europa: «Lo stato delle cose è che non c’è un governo in Europa, e se guardiamo al tasso di disoccupazione, vediamo che la disoccupazione in Germania è sotto al 7%, la disoccupazione nella zona Euro è circa al 12%, la disoccupazione in Grecia e in Spagna è quasi al 30%, quale è quella europea? Lasciate che emerga la vera disoccupazione. Beh, il fatto è che il mercato del lavoro è ancora molto disomogeneo, e la strada per l’armonizzazione è assicurarsi che ci sia una maggiore flessibilità nel mercato del lavoro».

Secondo il presidente di J.P. Morgan, la chiave della ripresa nei vari paesi dell’UE, a partire da Italia e Francia, è una leadership salda: «Il ruolo del governo è di essere il conducente del pullman, che non si volta a chiedere sempre ai passeggeri dietro le sue spalle dove vogliono andare. Siete stati eletti e non dovete fuggire da questa responsabilità. I passeggeri vi hanno dato il mandato, non dovete interpellarli ogni mattina. Voi siete stati eletti, guardate alla lunga durata. E lasci che le dica, la gente dice che mantenere le posizioni forti è costoso in termini politici ma i posso dirle che il pubblico è ansioso di vedere un governo che tiene la posizione, avanza, ha dei principi e li compie».

Disponibile anche su Corriere.it

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