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Mali, terminato il blitz al Radisson e liberati tutti gli ostaggi, 21 morti tra cui 2 degli assalitori

20 novembre 2015 – È terminato il blitz delle forze dell’ordine maliane all’hotel Radisson di Bamako, dove un gruppo di terroristi, almeno una dozzina, aveva preso in ostaggio 140 ospiti e 30 membri del personale. Tutti liberi gli ostaggi ma sono 21 i morti, tra i quali si contano 2 assalitori.

I terroristi sono arrivati nell’albergo intorno alle 7 di mattina a bordo di una macchina con la targa “corpo diplomatico” e durante l’incursione hanno urlato più volte “Allahu Akbar” (Dio è grande). I terroristi stessi avevano rilasciato alcuni ostaggi perché in grado di recitare dei versetti del corano.

Molti occidentali coinvolti, tanti i francesi: l’albergo ospitava personale di volo di Air France, membri dell’equipaggio della Turkish Airlines, tre cittadini belgi e diversi uomini d’affari cinesi e indiani. Secondo “fonti Onu” citate dal sito Jeune Afrique, «forze speciali americane sono all’interno dell’hotel».

Il Radisson è frequentato da diplomatici e militari della missione Onu in Mali (Minusma). La Francia è presente militarmente nel paese dal gennaio del 2013 a sostegno delle forze governative contro gli islamisti. Proprio ieri il presidente francese François Hollande aveva ricordato l’intervento francese in Mali contro i terroristi di matrice islamica sottolineando la «vittoria» ottenuta: «I terroristi lo sanno e per questo ci considerano nemici». E ancora: «Nel 2012 si sono accaniti contro la cultura del Mali, imponendo divieti e sottomettendo le donne». «La Francia – aveva dichiarato Hollande – ha dovuto prendersi le sue responsabilità e portare avanti azioni importanti». Sul luogo dell’assalto, in aiuto delle forze di sicurezza malesi, sono intervenuti militari Onu e agenti francesi.

L’attacco è stato rivendicato dal gruppo “Mourabitoun”, un’organizzazione jihadista proveniente da una scissione da Al Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM). È la fusione fra i ex qaedisti di Belmokhtar e gruppi islamisti dell’area fra Niger e Nigeria.

Il presidente del Mali, Idriss Déby Itno, ha dichiarato al sito panafricano Jeune Afrique: «Condanno nella maniera più ferma possibile questo atto barbaro che non ha niente a che vedere con la religione».

Photo credits: Ansa/Epa

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