L'ICONOCLASTA

Super Mario c’è: «In assenza di miglioramento, necessario ulteriore stimolo». Trump attacca: «Avvantaggia l’eurozona a discapito degli Usa»

18 giugno 2019 – La Bce è pronta a intervenire più incisivamente, mettendo in campo nuovi stimoli per scongiurare un rallentamento prolungato dell’economia della zona euro. «In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un’inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo», ha affermato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, all’ECB Forum on Central Banking di Sintra, in Portogallo. «Il programma di acquisto di asset – ha aggiunto – ha ancora uno spazio considerevole».

«Guardando in avanti, lo scenario dei rischi rimane negativo, e gli indicatori per i prossimi trimestri indicano una debolezza persistente. Non si sono dissipati quei rischi evidenti durante tutto lo scorso anno, in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia del protezionismo e le vulnerabilità dei mercati emergenti», ha spiegato Draghi, notando che «il trascinarsi dei rischi ha pesato sull’export, specie sull’industria manifatturiera».

Poi ha avvertito: «La politica di bilancio deve giocare il suo ruolo» stimolando l’economia quando questa arranca, non può essere tutto sulle spalle della Bce. «Nell’ultimo decennio – ha sottolineato Draghi – l’aggiustamento macroeconomico è toccato sproporzionatamente alla politica monetaria. Abbiamo persino visto casi in cui la politica fiscale è stata pro-ciclica andando in direzione contraria allo stimolo monetario».

Poco dopo le parole di Draghi, lo spread tra Btp e Bund è crollato sotto i 240 punti, l’euro è sceso a 1,119 circa sul dollaro, mentre sono in rialzo tutte le borse europee.

Con un tweet, il presidente americano Donald Trump si è scagliato contro il presidente della Bce, accusandolo di avvantaggiare l’eurozona a discapito degli Usa: «Mario Draghi – ha scritto Trump – ha appena annunciato il possibile arrivo di altri stimoli, facendo immediatamente calare l’euro contro il dollaro, e rendendo ingiustamente più facile per loro (l’Europa, Ndr) competere con gli Stati Uniti. Lo fanno da anni, insieme alla Cina e ad altri». Parole normalmente riservate a Paesi considerati ostili.

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