LIBRI

Il bivio

L’Italia a metà strada tra crisi e transizione. Diciassette anni dopo l’appello dell’autore alla necessità di fare con urgenza una serie di riforme quelle riforme non sono ancora state fatte.

Dove va l’Italia? Che cosa è successo davvero in questi ultimi anni e che cosa succederà nell’immediato futuro del nostro paese? Queste le domande che gli italiani – ansiosi, inquieti e disorientati forse come non mai nella loro storia – si pongono di continuo, e che nascono da uno scenario politico in costante evoluzione, da un panorama economico confuso, da un tessuto sociale che rischia a ogni istante di lacerarsi. Più che mai, allora, si sente il bisogno di uno suardo obiettivo, di una voce che ‘ragioni’ invece di ripetere slogan, di una bussola che permetta di orientarsi in quest’Italia che si sta liberando della partitocrazia e del ‘vecchio’ capitalismo per aprirsi al nuovo millenio e che tuttavia incontra sulla sua strada problemi enormi, quali la disoccupazione, la pressione fiscale, le spinte federaliste. Questa bussola è “Il bivio”: un’analisi illuminata e illuminante della realtà italiana e dei personaggi che la popolano, un’indagine che soltanto un giornalista come Alan Friedman, profondo e appassionato conoscitore del nostro paese, poteva condurre con tanta acutezza e autorità. Dalla sua posizione privilegiata di osservatore partecipe eppure distaccato, Friedman ci apre le porte dei palazzi e dei centri del potere, consentendoci di osservare a distanza ravvicinata sia gli irriducibili difensori del passato sia i veri protagonisti del cambiamento e mettendoci quindi in grado di capire. Attraverso una serie di ritratti – spesso sorprendenti, sempre inediti – di Gianni Agnelli, Silvio Berlusconi, Fausto Bertinotti, Umberto Bossi, Massimo D’Alema, Carlo De Benedetti, Lamberto Dini, Antonio Di Pietro, Romano Prodi, Walter Veltroni e molti altri, intervistati direttamente oppure puntualmente seguiti nell’evoluzione della loro vita pubblica, Alan Friedman spiega, rivela e soprattutto risponde alle nostre domande

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