Il punto non è se il Pil crescerà dello 0,4 percento come dice Standard & Poor’s, dello 0,7 percento come dicono Istat e Confindustria, o dell’1 percento come dice l’ottimista Enrico Letta. Il punto è che una crescita da prefisso telefonico non creerà occupazione. Ci vorrebbe una percentuale intorno al 2-2,5 percento. La legge di stabilità non crea posti di lavoro. Bisogna fare molto di più.

Il punto non è se il Pil crescerà dello 0,4 percento come dice Standard & Poor’s, dello 0,7 percento come dicono Istat e Confindustria, o dell’1 percento come dice l’ottimista Enrico Letta. Il punto è che una crescita da prefisso telefonico non creerà occupazione. Ci vorrebbe una percentuale intorno al 2-2,5 percento. La legge di stabilità non crea posti di lavoro. Bisogna fare molto di più.

19 dicembre 2013 – Confindustria descrive lo stato dell’economia italiana usando termini cupi. Dopo anni di crisi il paese è tra le ceneri. «I danni della recessione», dice Confindustria, «sono commisurabili solo con quelli di una guerra».