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Come combattere la burocrazia: le ricette di Bonino, Boeri e altri


Meritocrazia. Valutazione. Mobilità. E trasparenza totale. Sono queste le parole d’ordine per ridisegnare la pubblica amministrazione. Chi sbaglia deve pagare. Se qualcuno della burocrazia sbaglia, o è incompetente, e spreca i nostri soldi, va licenziato. Se qualcuno risparmia, mostra grande capacità, va premiato.

In questa puntata di Ammazziamo il Gattopardo affrontiamo la riforma della pubblica amministrazione e della giustizia civile. Gli intervistati – Romano Prodi, Emma Bonino, Carlo De Benedetti, Tito Boeri e Franco Bassanini – parlano del problema della burocrazia, e come dare battaglia ad una burocrazia che troppo spesso è il nemico delle imprese e dei cittadini.

Romano Prodi vede il problema della burocrazia aggravato dalla mancanza di chiarezza sulle regole, sul sistema di giustizia civile, una mancanza di trasparenza che danneggia l’economia e spaventa gli investitori. «È molto più importante che non il costo del lavoro o altre cose che ci vengono imputate, cioè avere delle regole chiare e una burocrazia che le fa rispettare, importantissimo. E che si decide in fretta», dice Prodi nell’intervista.

Emma Bonino, quando le viene chiesto qual è la priorità per agganciare la ripresa, risponde con la riforma della giustizia: «Io non vorrei sconcertare nessuno più di tanto, ma io penso che, per la ripresa economica il punto di partenza è la riforma della giustizia. Pensi un po’, e il punto di partenza è un tentativo di cambiamento nella nostra testa sulla legalità e lo stato di diritto, che oggi non esiste e che è diventato una specie di cosa per cui i cittadini non osservano le leggi perché anche i politici che fanno le leggi non le osservano a loro volta, insomma in una specie di cosa in cui lo stato di diritto è un optional in questo paese. Che ha conseguenze drammatiche».

Carlo De Benedetti parla nell’intervista di un restyling della Pubblica Amministrazione: «Vagliamo tutta l’amministrazione pubblica, decidiamo quel che vogliamo avere come output, e dopodiché costruiamo l’amministrazione pubblica in funzione dell’output. Il problema è reinventarsi tenendo conto dell’informatica come fare i servizi che servono al cittadino, e come si gestisce lo Stato».

Tito Boeri vuole capovolgere la situazione attuale nella P.A. e dice: «La Pubblica Amministrazione è una piramide molto appuntita, per cui le persone che stanno al vertice della Pubblica Amministrazione guadagnano molto e sono selezionate appunto con criteri di natura politica, mentre le persone che stanno sotto guadagnano molto poco».

Franco Bassanini, che oggi è il Presidente della Cassa dei Depositi e Prestiti ma che negli anni novanta da ministro ha combattuto la burocrazia (e ha perso), si sfoga e denuncia il fatto che le sue leggi sono rimasti inapplicati. E sostiene che la politica non ha promosso la valutazione e la meritocrazia: «La politica non si è presa la briga di fare questo lavoro, che è un lavoro vero, difficile, perché bisogna capire esattamente come si fa a stabilire degli obiettivi che sono sfidanti e realistici, perché se sono utopici nessuno li raggiunge, se sono troppo bassi non servono a niente. La politica non l’ha fatto, i burocrati sono stati ben contenti perché così non venivano valutati, e il risultato è che non scattano i meccanismi per migliorare la qualità delle prestazioni».

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