“Ho un sogno, è quello di cambiare questo Paese e rilanciare la crescita. La parola d’ordine è infrastrutture. Opere, opere e ancora opere”. Così Licia Mattioli, la vice presidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e candidata alla guida di viale dell’Astronomia, intervistata da Alan Friedman.
E ancora: “Credo che oggi l’Europa debba tornare a fare la sua parte, rappresentiamo il mercato più grosso al mondo, inteso come insieme di tutti i paesi dell’Europa. Quindi penso che l’Europa debba tornare ad essere attore protagonista. In Confindustria stiamo già lavorando con il Medef e la Bdi, che sono le confindustrie francesi e tedesche, cioè delle due manifatture maggiori a livello europeo oltre a quella italiana, proprio per spingere la politica europea a fare di più nei confronti del resto del mondo”.
Alla domanda sulla prima cosa che farebbe se diventasse presidente, Mattioli risponde: “Ristrutturare l’organizzazione, in secondo luogo potenziare l’Europa e il livello di internazionalizzazione. Serve inoltre mettere intorno al tavolo persone competenti per ogni settore per poter fare veramente una politica dei prossimi cinque anni del nostro paese per le industrie e rendere questo paese un paese veramente accogliente per le industrie, che capisca il valore delle Industrie presenti sul territorio”.
Alla domanda sulla discontinuità, Mattioli dice che si tratta di “una parola abusata in questo periodo, per discontinuità si deve intendere un cambiamento in positivo, non una rottura completa. Conosco bene la struttura di Confindustria dall’interno, sono stata presidente della federazione degli orafi, Presidente territoriale a Torino e ho fatto la Vice presidente di Confindustria Nazionale. Conosco quello che va potenziato perché funziona ed eliminato perché non funziona e cambiato questo è il valore”.