Nella nuova puntata della web serie tratta dal suo libro «Ammazziamo il Gattopardo», Alan Friedman ha chiesto a Emma Bonino, quando era ancora al ministero degli Esteri, la sua ricetta per rimettere finalmente il Paese sul binario della crescita.
Lei non ci ha pensato due volte: «Il punto di partenza è la riforma della giustizia». «Non vorrei sconcertare nessuno più di tanto – ha spiegato la storica leader radicale – ma io penso che, per la ripresa economica, che vuol dire una ripresa culturale di questo paese, il punto di partenza è la riforma della giustizia. Pensi un po’. E il punto di partenza è un tentativo di cambiamento nella nostra testa sulla legalità e lo stato di diritto, che oggi non esiste e che è diventato una specie di cosa per cui i cittadini non osservano le leggi perché anche i politici che fanno le leggi non le osservano a loro volta, insomma in una specie di cosa in cui lo stato di diritto è un optional in questo paese. Che ha conseguenze drammatiche. Per esempio, “fatta la legge trovato l’inganno” è un modo non di dire, è un modo di fare. Processi certi. Fair ma certi, qui non si può andare avanti che un processo penale dura 10 anni, un processo civile non ne parliamo, la giustizia civile non esiste più in questo paese, 5.000.000 di processi pendenti, che vuol dire , ad esempio che nessuno investe in Italia. Perché non investe in Italia? Perché le tasse sono alte? Anche. Ma sei lei chiede agli imprenditori, anche italiani, non solo stranieri, perché comprate metà Budapest, mezza Varsavia e non Italia, ti rispondono “perché manca la certezza del diritto”».
Secondo Emma Bonino, se il Paese non si rimette in piedi, le cose possono solo peggiorare: «Io penso che dovremmo, dobbiamo avere il coraggio di dire alla gente che lo status quo non esiste, perché non si galleggia qua. In un momento in cui il mondo corre, noi cadiamo. Non è lo status quo, non esiste lo status quo in un mondo in così tanto e rapido cambiamento».
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