Caro Luciano, sono d’accordo con Giavazzi che ha stroncato le modalità di questa (finta) privatizzazione delle Poste nel suo articolo nel Corriere della Sera di stamane.
Giavazzi scrive: «La “privatizzazione” delle Poste è l’esempio di ciò che accade quando un governo debole e pressato dai conti pubblici, perché non è capace di tagliare le spese, si trova a dover cedere a interessi particolari anziché operare nell’interesse dei cittadini e dello Stato».
Le privatizzazioni, a mio avviso, devono essere vere e non parziali, e non fatte frettolosamente. E non solo: vanno usate per abbassare il debito e non per spese correnti.
Nel mio nuovo libro, che esce con Rizzoli il 12 febbraio, parlo anche di questo, più in dettaglio.
Saluti,
Alan