L'ICONOCLASTA

Deutsche Bank indagata dalla procura di Trani per massiccia vendita di Btp italiani nel 2011. Secondo l’accusa si è trattato di manipolazione di mercato

6 maggio 2016 – La Deutsche Bank di Francoforte sul Meno è indagata per manipolazione di mercato dalla procura di Trani. La vicenda riguarda una vendita di titoli di Stato italiani nel primo semestre del 2011 per un importo complessivo di circa 7 miliardi di euro.

Secondo l’accusa, mentre l’ex management della banca comunicava ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano dell’Italia, nascondeva agli stessi mercati e al ministero dell’Economia italiano la reale intenzione della banca di ridurre drasticamente e nel brevissimo termine (nel primo semestre 2011) il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio che a fine 2010 ammontava a otto miliardi di euro.

«Deutsche Bank sta collaborando con le Autorità in questa inchiesta – è la replica della banca, in una nota – Nel 2011 la Banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi».

La vendita massiccia dei titoli di Stato italiani per oltre sette miliardi di euro entro giugno 2011 – secondo il pm di Trani Michele Ruggiero – ha alterato il valore di mercato dei titoli stessi perché è stata fatta violando la normativa in vigore.

Ricordiamo che il 2011 è stato l’anno della crisi del debito sovrano, della lettera della Bce al governo Berlusconi, dello spread sopra i 500 punti base tra Btp e Bund tedeschi, della caduta del governo Berlusconi e l’arrivo dei tecnici di Mario Monti. Vicende che sono state lungamente indagate e analizzate su questo sito e nei due libri best seller di Alan Friedman, Ammazziamo il Gattopardo (Rizzoli, 2014) e My Way: Berlusconi si racconta a Friedman (Rizzoli, 2015).

Nei giorni scorsi – riporta l’Ansa – militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, hanno compiuto sequestri di atti e mail nella sede milanese della Deutsche Bank, in piazza del Calendario, e avrebbero ascoltato testimoni.

Sono cinque gli indagati, riporta ancora l’agenzia Ansa: l’ex presidente di Deutsche Bank Josef Ackermann, gli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest’ultimo è attualmente co-AD uscente della Banca), l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger, e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Db.

Secondo la procura di Trani, l’istituto tedesco in tre pubblicazioni nel periodo febbraio-marzo 2011 definì sostenibile il debito sovrano dell’Italia, ma nascose ai mercati finanziari le sue reali intenzioni di ridurre subito e drasticamente i titoli italiani in portafoglio.

Questa volontà della Deutsche Bank risulta invece – a giudizio della procura – dalla massiccia vendita di titoli di Stato italiani fatta «over the counter», senza che fosse divulgata al mercato finanziario regolamentato e giustificata “falsamente” a posteriori (nell’informativa periodica del giugno 2011) con la necessità di ridurre la sovraesposizione del gruppo al rischio sovrano dell’Italia, a seguito dell’acquisizione di Postebank di fine 2010.

Nello stesso periodo, Deutsche Bank acquistò circa 1,4 miliardi di Credit Default Swap (Cds) di copertura sull’esposizione al rischio Italia. Questi acquisti – secondo l’accusa – non furono comunicati dal gruppo bancario né ai mercati finanziari né al Mef.

Quindi, è il ragionamento accusatorio, Deutsche Bank autorizzando la vendita dei titoli di Stato italiani, acquistando contestualmente Cds e comunicando allo stesso tempo ai mercati finanziari la sostenibilità del debito pubblico italiano, ha compiuto condotte manipolative del mercato di tipo informativo-operativo.

Queste manovre sono ritenute idonee ad alterare la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli di Stato italiani sia nel primo semestre 2011 (quando il mercato ignorava le dismissioni di titoli) sia successivamente alla pubblicazione periodica del giugno 2011.

In quest’ultima occasione il mercato e gli operatori – sostiene il pm Ruggiero – seppero della massiccia e repentina riduzione dell’esposizione della banca al rischio Italia interpretandola come, riporta ancora l’Ansa, un «chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano».

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