L'ICONOCLASTA

Email private, nessuna incriminazione per Clinton. L’Fbi: “È stata negligente ma non è perseguibile”. Trump: “Il sistema è corrotto”

5 luglio 2016 – Hillary Clinton è stata negligente, ma non va incriminata. Così il direttore dell’Fbi James B. Comey, in conferenza stampa martedì, al termine di una lunga indagine sul comportamento dell’allora segretaria di Stato (tra il 2009 e il 2012), accusata di aver utilizzato telefonini e computer personali per ricevere ed inviare comunicazioni sensibili inerenti il suo alto incarico pubblico.

Clinton, ha spiegato Comey, “avrebbe dovuto sapere che un sistema non securizzato non era il posto adatto per intrattenere tali conversazioni”. Tuttavia, aggiunge Comey, “nessun procuratore ragionevole” porterebbe mai Hillary Clinton davanti a un giudice.

In totale, 110 mail inviate o ricevute dal server di Hillary Clinton contenevano “informazioni classificate” e l’ex segretario di Stato e il suo staff, sottolinea l’Fbi, sono stati “estremamente negligenti” ed “è possibile che alcuni attori ostili” abbiano avuto accesso a quelle mail. Un fatto di grave negligenza. Ma Hillary Clinton, verosimilmente, non avrà conseguenze legali.

Pochi giorni fa, la candidata democratica alle presidenziali di novembre era stata interrogata per tre ore e mezza dagli agenti dell’Fbi.

Subito è partito all’attacco il suo sfidante repubblicano, Donald Trump, che ha pubblicato due tweet al vetriolo. “Il direttore dell’Fbi dice che la corrotta Hillary ha compromesso la sicurezza nazionale. Nessuna incriminazione. Wow”, si legge nel primo. Il secondo chiama in causa David Petraeus (ex direttore della Cia e generale, nel 2012 è stato coinvolto in uno scandalo che l’ha costretto a dimettersi dall’agenzia di intelligence, ndr): “Il sistema è corrotto. Petraeus ha avuto problemi per molto meno. Molto molto ingiusto! Come al solito, cattivo giudizio”.

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