L'ICONOCLASTA

Grecia, Tsipras sostituisce i dissidenti. Lunedì riaprono le banche. Da Bundestag via libera ai negoziati per terzo piano di salvataggio per Atene. Merkel: «Irresponsabile non dare un’altra chance». Fmi insiste su taglio debito

17 luglio 2015 – Rimpasto di governo ad Atene. Il premier greco Alexis Tsipras – dopo il voto di mercoledì notte, in cui l’assemblea legislativa ellenica ha approvato a larga maggioranza il pacchetto di riforme concordato dal governo con i creditori nonostante la defezione di 39 parlamentari di Syriza su 149 – sostituisce 9 esponenti dell’ala radicale del suo partito tra ministri e viceministri.

Lunedì nel paese riapriranno le banche, grazie al prestito ponte di 7 miliardi e al nuovo aumento di 900 milioni della liquidità d’emergenza Ela a favore degli istituti ellenici deciso giovedì dalla Bce di Mario Draghi. «Ventisette paesi hanno deciso di essere solidali con la Grecia, ma la solidarietà si accompagna con la responsabilità», ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, nell’annunciare il prestito, concesso attraverso fondi Efsm. I sette miliardi saranno versati alla Grecia in due tranche nell’arco di tre mesi e saranno a disposizione di Atene in tempo per la scadenza del 20 luglio (quando dovrà rimborsare la Bce) e verrà ripagato all’Efsm dal fondo salvastati Esm una volta che il terzo programma di assistenza internazionale sarà operativo. Lo sarà «entro poche settimane», assicura Dombrovskis. Quanto al debito, il vicepresidente della Commissione Ue spiega che «la questione è di nuovo in agenda, si è pronti a discuterla ma è chiaro, come ha detto l’Eurosummit, che non ci sarà nessun “haircut” del valore nominale, ma come fare non so ancora dirlo, sta ai Paesi della zona euro deciderlo, la Commissione non è un creditore».

Venerdì, il parlamento tedesco si è pronunciato a larghissima maggioranza per iniziare i negoziati sul terzo pacchetto di aiuti alla Grecia. Con 439 voti a favore, 119 contrari e 40 astenuti, il Bundestag dà il suo primo parere positivo al nuovo piano di salvataggio. Anche il parlamento austriaco si è pronunciato favorevolmente all’avvio dei negoziati sul nuovo piano Esm, così come ha fatto giovedì l’assemblea finlandese.

«So che ci sono molti dubbi sul fatto che la Grecia possa stare di nuovo sulle sue gambe, ma sarebbe irresponsabile non tentare questa strada e non dare una nuova chance alla Grecia», ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel prima del voto. «Lo facciamo per la gente in Grecia, ma lo facciamo anche, e proprio allo stesso modo, per la gente in Germania», ha aggiunto Merkel. «Non ci può essere alcun dubbio», l’intesa con Atene «è dura per la Grecia, ma è dura anche per gli altri 18 Paesi della zona euro».

«Sul fatto che la Grecia vada salvata siamo tutti d’accordo», ha voluto sottolineare l’inflessibile ministro delle Finanze Wolfgang Shaeuble, da più parti accusato di spingere per una Grexit, «ma bisogna vedere quale sia la strada che può funzionare». «Qui – ha aggiunto – non è in ballo la Grecia ma è in ballo l’Europa». E ancora: «La Grecia non può funzionare se non fa le riforme di base». «Il salvataggio – è la conclusione di Schaeuble – è un ultimo tentativo. Serve una strada che sia realistica. Sono convinto che questa soluzione può funzionare».

Merkel ha ribadito la sua ferma contrarietà a un taglio del debito ellenico. Come già ribadito in diverse occasioni da Schaeuble, Merkel ha ricordato come un haircut sarebbe contrario ai trattati Ue. Stravolgerli, ha argentato la cancelliera, «sarebbe la fine della comunità di diritto in Europa, e con noi non si fa».

Ma da Washington continua il pressing. Il Fondo monetario internazionale, in un documento inviato nei giorni scorsi alle istituzioni europee, ha fatto sapere che potrebbe non partecipare al terzo programma di aiuti se le istituzioni europee non procederanno a un haircut del debito pubblico greco o a un periodo di grazia di 30 anni su interessi e rimborsi. Per uscire dalla crisi greca, ha nuovamente dichiarato la numero uno del Fmi, Christine Lagarde, ai microfoni di Europe 1, «bisogna ristrutturare il debito per alleggerire il fardello», o quantomeno «prolungare considerevolmente le scadenze, il periodo di grazia durante il quale non è effettuato nessuno pagamento e ridurre gli interessi il più possibile». Il Fondo parteciperà a un nuovo piano di salvataggio della Grecia solo se sarà «completo», associato a una riforma «in profondità» del’economia e a «una linea di bilancio sana che dia solidità al Paese senza essere eccessiva».

Luna De Bartolo

ULTIMI ARTICOLI