L'ICONOCLASTA

Tsipras torna a parlare dei nazisti, accusando la Germania di aver fatto ricorso a «cavilli legali» per non pagare le riparazioni della seconda guerra mondiale alla Grecia. Ma è questo il modo migliore per ottenere qualcosa dalla Merkel?

11 marzo 2015 – «La Germania non ha mai pagato adeguatamente le riparazioni per i danni causati alla Grecia dall’occupazione nazista». L’ha dichiarato il primo ministro greco, Alexis Tsipras, parlando di fronte al parlamento ellenico. «Il ricordo dei crimini perpetrati dai nazisti è ancora vivido, e abbiamo l’obbligo morale di non dimenticare quello che le forze occupanti hanno fatto al paese».

Tsipras accusa la Germania di aver fatto ricorso a espedienti giuridici per non pagare quanto dovuto alla Grecia – occupata dalle forze hitleriane tra il 1941 e il 1945 – e annuncia che appoggerà gli sforzi parlamentari che puntano a riesaminare la questione.

«Dopo la riunificazione della Germania, nel 1990, c’erano le giuste condizioni legali e politiche perché il problema venisse risolto. Ma da allora – ha detto il premier greco nel corso del dibattito parlamentare – i governi tedeschi hanno scelto il silenzio, i cavilli legali e i rinvii».

Berlino respinge le accuse, e in più occasioni ha dichiarato che la questione è già stata affrontata e risolta con il trattato che ha sancito l’unificazione delle due Germanie nel 1990: 115 milioni di marchi tedeschi, pari a 59 milioni di euro, pagati ad Atene nel 1960 a titolo risarcitorio per i danni di guerra.

Ma, secondo Tsipras, il risarcimento del 1960 coprirebbe solo gli indennizzi per le vittime individuali degli orrori compiuti dai nazionalsocialisti, mentre i danni strutturali causati dall’occupazione non sarebbero mai stati rimborsati, così come il prestito bancario forzoso imposto dall’esercito di Hitler ad Atene.

L’accordo del 1990, argomenta il presidente del Consiglio ellenico, «non comprende il prestito forzoso concesso ai nazisti dalla banca centrale greca e nemmeno la distruzione delle infrastrutture e dell’economia del paese». Poi l’affondo: «Mi domando, visto che a livello europeo c’è un bel parlare di questioni morali, questo comportamento è morale?».

La Grecia, ha assicurato Tsipras, pagherà i suoi debiti, ma «non abbandonerà la sua richiesta irrevocabile» di risarcimento per i danni provocati dall’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale.

Non è la prima volta che Atene solleva il tema delle riparazioni di guerra: da decenni i governi che si sono succeduti, ma anche privati cittadini, hanno chiesto alla Germania di onorare il suo debito. L’ultimo era stato il governo che ha preceduto l’esecutivo Syriza, guidato dal conservatore Antonis Samaras. Secondo una commissione di esperti riunita dall’allora ministro delle Finanze, la cifra dovuta ad Atene da Berlino ammonterebbe a circa 162 miliardi di euro.

Difficilmente questa strategia ammorbidirà l’atteggiamento della Germania e persuaderà i partner europei a rinegoziare i termini del piano di salvataggio nei confronti della Grecia. Anzi, probabilmente avrà l’effetto di far montare ulteriormente la tensione.

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