L'ICONOCLASTA

La mostra su da Verrazzano ospitata all’Istituto Geografico Militare

Generale Panizzi: “sforzo è diffondere la cultura geografica”. Presidente Giani: “da Verrazzano grande figura storica”

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Nell’anniversario dei 500 anni dalla scoperta della Baia di New York di Giovanni da Verrazzano, Acsi (Amici della Cultura e della Storia Italiana) e IGM (Istituto Geografico Militare) hanno presentato la mostra “Giovanni da Verrazzano tra Firenze e New York: cartografie tra il ‘300 e il ‘600”, che è stata inaugurata oggi, alle ore 11, nella sede dell’IGM, in via Cesare Battisti 11, a Firenze.

All’inaugurazione sono intervenuti autorità civili e militari tra cui il Governatore della Toscana, Eugenio Giani, insieme al Generale di Corpo d’Armata Massimo Panizzi, Comandante dell’Istituto Geografico Militare (ente dell’Esercito Italiano) e a Daniele Ballard, Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze.

Il comandante dell’Istituto Geografico militare di Firenze, Generale di Corpo d’Armata Massimo Panizzi, si è detto “ la mostra riguarda l’evoluzione della cartografia dal 14esimo al 16esimo secolo, periodo nel quale, di fatto, la cartografia mondiale ha vissuto uno sviluppo notevolissimo a seguito delle grandi scoperte. Il nostro sforzo è diffondere la cultura geografica a beneficio delle nuove generazioni. Lo facciamo qui nella splendida Firenze potendo contare sull’eccellenza del nostro personale civile e militare“. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha evidenziato che quella di Giovanni da Verrazzano “è una figura storica fondamentale perché è il primo che descrive la baia di New York. E’ un fiorentino del quale siamo orgogliosi: il primo che pone alla storia quella che poi dopo 500 anni sarà la capitale del mondo“.

Presenti Alan Friedman e Giuseppe Pedersoli produttore e regista del docufilm sul viaggio di Giovanni da Verrazzano  che, in anteprima, è stato visionato ieri presso Palazzo Vecchio. 

I CONTENUTI DELLA MOSTRA (a cura Andrea Cantile curatore della mostra)

La mostra propone alcuni momenti di un’affascinante storia che inizia a Firenze alla fine del XIV secolo, con la riscoperta e la diffusione della Geografia di Claudio Tolomeo, e si conclude nella baia esplorata per primo dal fiorentino Giovanni da Verrazzano, nel XVI secolo, dove, nel 1665, sarebbe poi sorta la città di New York. 

Una selezione di planisferi, disegni e stampe prodotti tra il XV e il XVII secolo, in forma anastatica, qui ordinata in serie diacronica come in una sorta di cortometraggio, offre la possibilità di ricostruire le tappe principali delle esplorazioni che condussero all’ampliamento degli orizzonti geografici degli Europei. L’antica Geografia di Claudio Tolomeo (II secolo d.C.), quasi completamente dimenticata nell’Europa di lingua latina per tutto il Medioevo, fu riscoperta a Firenze alla fine del XIV secolo, dopo più di mille e duecento anni dalla sua ideazione, da parte dell’astronomo alessandrino.

Nel corso del XV secolo, sorsero proprio a Firenze le prime botteghe di artefici chiamati “dipintori di carte” e la Città del Giglio divenne un rinomato centro di produzione cartografica, dal quale si diffuse in tutta l’Europa la visione di una Terra ancora in gran parte solo immaginata. Nell’arco di circa un secolo, la vecchia geografia tolemaica, limitata ai soli tre continenti, fu poi completamente riscritta. Dopo la circumnavigazione del continente africano e i primi viaggi transoceanici, il fiorentino Francesco Rosselli provò a delineare un’immagine della Terra che accordasse la geografia di Tolomeo con le nuove esperienze di Colombo e di Vespucci.

Ne derivò una carta nella quale il Nuovo Mondo risultava limitato alla sola America del Sud, mentre tutto il Nord era ritenuto ancora parte delle estreme coste orientali dell’Asia. Ancora molto c’era da scoprire e da comprendere e Giovanni da Verrazzano, su incarico del re di Francia, Francesco I, concentrò le sue esplorazioni proprio lungo la costa nord-orientale del continente americano, alla ricerca dell’agognato passaggio verso l’estremo Oriente. Le sue minute descrizioni geografiche e i nomi di luogo da lui attribuiti, ispirandosi ai nomi della famiglia reale francese e a varie località toscane, restarono però affidati alla memoria, solo grazie alla sua lettera al re di Francia e alla carta del fratello Girolamo, ultimata nel 1529.

La mostra resterà aperta ai visitatori, con ingresso libero, fino al 31 maggio con orari 13-18 (chiusa nei giorni festivi e durante il fine settimana).

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