Il giornalista americano: “È vero che in alcuni atenei ci sono state proteste filopalestinesi e anche filo-Hamas, ma Trump cerca di sfruttare l’antisemitismo per prendere il controllo degli atenei”
Marta Ottaviani intervista Alan Friedman per Quotidiano Nazionale
Roma, 24 maggio 2025 – Un presidente che utilizza l’antisemitismo per attaccare le università e che sta distruggendo i valori americani. Alan Friedman, giornalista e saggista autore del libro “La fine dell’Impero americano”, pensa che le politiche migratorie di Trump saranno deleterie per gli Usa.
Alan Friedman, i fatti di Washington lasciano senza parole. Quando è iniziato a crescere il sentimento antisemita in America?
“Già durante il primo mandato di Trump. Negli ultimi 12 mesi ancora di più. Trump stesso, prima di diventare presidente, ha invitato alcuni noti neonazisti a Mar-a-Lago, per poi dire che non ne sapeva nulla”.
Come si spiega questo aumento dell’antisemitismo?
“Il problema dell’antisemitismo è enorme negli Usa come in Europa, e tutto questo perché stiamo vivendo un periodo in cui si cerca sempre un capro espiatorio. Gli ebrei sono fra questi. Dall’altra parte, l’aumento dell’antisemitismo negli ultimi anni è sicuramente anche molto legato alla figura del premier Netanyahu. Il primo ministro israeliano, con la sua brutalità, secondo me ha infiammato l’opinione pubblica non solo nel mondo arabo, ma anche in tanti ambienti in America”.
Parliamo della clamorosa decisione di vietare l’ingresso agli studenti stranieri ad Harvard.
“Il presidente usa l’antisemitismo per attaccare le università. È vero che in alcuni atenei ci sono state proteste filopalestinesi e anche filo-Hamas, ma Trump cerca di sfruttare l’antisemitismo per prendere il controllo degli atenei”.
Un giudice della California ha annullato il provvedimento. Come andrà a finire?
“Quella decisione probabilmente è incostituzionale e illegale. Il problema è che quando Trump lancia queste misure, diventano, almeno per qualche tempo, legge dello Stato. Quando i giudici arrivano a contestarlo velocemente, come in questo caso, tutto rimane comunque in stallo per diversi mesi, mentre passa da tribunale a tribunale. L’idea di proibire che Harvard accetti studenti stranieri – che costituiscono il 20% del totale – è un modo per distruggere la reputazione degli Stati Uniti”.
Poi ci sono le politiche migratorie. Ha parlato della reputazione degli Stati Uniti, ma queste restrizioni non rischiano di distruggere anche l’economia?
“Assolutamente sì. Stiamo assistendo a un crollo del turismo, e questo costa il 5% del Pil. Fra questi dati c’è anche il business travel. Tanti uomini e donne d’affari non vogliono venire in America, se possono evitarlo. Poi c’è l’effetto economico diretto: l’economia non può vivere senza migranti. Trump sta sistematicamente distruggendo l’America”.