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FINANCIAL TIMES: Contestati i tagli ai sussidi per il fotovoltaico italiano

23 giugno 2014 – Gli investitori italiani e stranieri mettono in discussione la legalità dei tagli, voluti dal nuovo governo di Matteo Renzi, ai sussidi nel settore in rapida espansione del fotovoltaico. Tagli che, avvisano le industrie, mineranno la credibilità dell’Italia nell’attrarre nuovi investimenti.

Un decreto governativo proporrebbe di ridurre del 10-25 per cento alcuni incentivi tariffari al solare nel secondo più grande mercato fotovoltaico d’Europa. Ci sono stati tagli simili in Spagna e Grecia. Il decreto, che non è ancora stato firmato dal presidente Giorgio Napolitano, è stato tacciato di incostituzionalità da Assorinnovabili, un’associazione di aziende nel settore delle energie rinnovabili.

È stato chiesto a Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, di fornire un parere giuridico al capo dello Stato. Per convertire il decreto in legge, entro due mesi dalla firma, è necessaria inoltre l’approvazione del Parlamento. «Queste misure porteranno al fallimento la maggior parte delle iniziative imprenditoriali degli ultimi anni», sostiene Assorinnovabili, che avverte come 10.000 posti di lavoro sarebbero a rischio.

Federico Giannandrea, capo delle operazioni in Italia per Foresight, infrastruttura del Regno Unito e gestore di private equity, ha commentato: «Inutile dire quanto questo passo minerà fortemente la credibilità dell’Italia nel continuare ad attrarre capitali stranieri per investimenti futuri». «Stiamo ancora valutando l’impatto finale dei tagli proposti sui nostri stessi progetti. Prevediamo serie conseguenze».

Il governo di coalizione di Renzi ha imposto i tagli come parte delle misure che mirano a ridurre le bollette elettriche per le piccole e medie imprese di 800 milioni di euro all’anno, una delle promesse fatte dal primo ministro al momento del suo insediamento a febbraio ma poi lasciata da parte.

I tagli dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2015 e riguarderebbero 8.600 impianti solari con una capacità di 200 kilowatt, per un totale equivalente al 55 per cento della capacità fotovoltaica nazionale installata. Il settore è esploso sulla spinta di alti incentivi che hanno contribuito alla crescita delle energie rinnovabili, le quali rappresentano adesso circa un terzo della produzione elettrica italiana. Tutto ciò ha messo sotto pressione finanziaria i tradizionali approvvigionatori, che gestiscono quasi esclusivamente centrali a gas.

Un investitore internazionale, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha affermato che le grandi banche si sono esposte per 20 miliardi di euro nel settore del solare e sono preoccupate a causa dei tagli pianificati dal governo. «Le misure – ha spiegato – non colpiscono la gente che ha originariamente beneficiato di questi incentivi, poiché molti degli impianti non appartengono più ai loro primi proprietari». «Renzi è sotto forte pressione affinché porti a termine queste misure, ma avrebbe dovuto essere meglio consigliato… Questa decisione si ritorcerà contro di lui».

L’Autorità italiana per l’energia ha informato che gli incentivi per le rinnovabili ammontavano a 10,7 miliardi di euro nel 2013 e si prevede aumenteranno quest’anno a 12,5 miliardi. Federica Guidi, ministro dello Sviluppo economico, ha difeso la decisione del governo, argomentando che i tagli riguarderebbero solo una parte «limitata» del settore solare, che rappresenta complessivamente il 60% degli incentivi alle rinnovabili.

(Traduzione di Luna De Bartolo)

VIA/ The Financial Times

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