9 dicembre 2015 – Un piccolo riassunto sulla questione del Salva Banche: lo scorso novembre, il Consiglio dei ministri ha effettuato per decreto il salvataggio di quattro banche che da tempo erano state commissariate (CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti). L’esecutivo ha stabilito che le banche potranno continuare a operare grazie a 3,6 miliardi di euro che sono interamente a carico del sistema bancario: nessun salvataggio pubblico. Nel decreto, è previsto che le azioni di queste quattro banche e le obbligazioni subordinate (obbligazioni più rischiose rispetto alle ordinarie ma più remunerative) siano interamente svalutate, diventando carta straccia nelle mani di chi le ha sottoscritte. E qui nasce il problema: buona parte di queste azioni e obbligazioni sono in mano a piccoli risparmiatori, ben pochi a conoscenza degli alti rischi cui andavano incontro.
Vorrei dire due cose.
Numero uno: è chiaro che non è corretto che un direttore di filiale, di una banca, consigli a una persona non esperta in materia di comprare titoli. In America sarebbe inaccettabile che un direttore di banca si comporti come un consigliere finanziario e dica a un suo cliente di comprare i loro titoli. Qui si tratta di persone ingenue, normali che sono state truffate dalle loro banche. La banca non doveva consigliare ai loro clienti, che non sono degli esperti, di compare queste cose. In America ci troveremmo di fronte a una valanga di querele, class action. Bisogna denunciare i dirigenti di banca che hanno permesso a questo di accadere perché è una fregatura.
E numero due: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato che è allo studio una forma di sostegno alle fasce più deboli tra gli obbligazionisti, parlando di una misura «umanitaria». Ecco, io sostituirei la parola “umanitaria” con “d’obbligo”, “obbligata”, una misura corretta nei confronti di queste persone. E farei una netta distinzione tra la gente comune, cui i direttori di filiale hanno in cattiva fede consigliato di comprare determinati titoli, e gli speculatori delle grandi istituzioni, che possono permettersi di perdere soldi. C’è differenza tra una famiglia che ha lavorato sodo e si trova improvvisamente sul lastrico e un’istituzione da decine, centinaia di miliardi di euro.
Bisogna restituire i soldi a questi risparmiatori truffati, bisogna fare la cosa giusta.