Sicofanti, filoputiniani e complottisti: gli uomini del presidente eletto sono un pericolo per gli Usa e gli alleati. Gabbard più a destra di Vannacci, Musk trasformerà la Cia in un covo di Maga. America dem ancora sotto choc
Donald Trump sta provocando un deliberato terremoto politico a Washington. Steve Bannon, suo amico e consigliere di vecchia data, una volta ha detto che il vero fine ultimo di Donal Trump è «far saltare l’intero governo federale». Sembra proprio che sia così. La nomina di Elon Musk a un incarico speciale per tagliare drasticamente i conti del governo (dipendenti e spese) sommata all’ultima tornata di nomine di Trump lascia chiaramente intendere che la nuova Casa Bianca potrebbe puntare sul serio a tagliare, riorganizzare o ridurre, tra altre cose, Fbi, Cia, Dipartimento della Giustizia, Dipartimento dell’Istruzione e Agenzia per la protezione dell’ambiente. L’idea è di licenziare chiunque sia visto come “woke” (chiunque crede nei diritti umani) e installare soltanto fedelissimi Maga al Pentagono, alla Cia e al Dipartimento della Giustizia.
Trump ha minacciato di usare il Dipartimento della Giustizia per perseguire i suoi avversari politici e ha nominato ministro della Giustizia un uomo che durante la recente campagna ha minacciato di eliminare l’Fbi e di rinviare a giudizio tutta la famiglia Biden. Matt Gaetz, il controverso fedelissimo di estrema destra, fa parte anche di una frangia di teorici della cospirazione ed è un propagandista filoputiniano di spicco. Tra l’altro, è anche indagato per traffico sessuale di minori e per aver fatto circolare materiale pornografico che lo ritrae in atti sessuali con minorenni.
In un conflitto di interessi ancora più eclatante, Trump perdipiù ha scelto i propri avvocati penalisti per i vertici del ministero della Giustizia. Sembra che intenda davvero usare i suoi fedelissimi per perseguire i suoi avversari politici, per quanto inverosimile possa sembrare. Sconvolgente è anche la nomina del no-vax e complottista Robert F. Kennedy Jr. alla carica di ministro della Sanità. Kennedy vuole fermare la ricerca sui vaccini, ha affermato che il virus del Covid è stato messo a punto per risparmiare soltanto ebrei e cinesi; in aggiunta è filoputiniano.
Forse, comunque, l’aspetto più inquietante è che le ultime nomine di Trump lasciano capire che per certi aspetti è davvero asservito a Vladimir Putin. Lo shock più grande, tra le numerose scelte ministeriali provocatorie e spudorate di Trump, è quello legato alla nomina alla carica di direttrice dell’intelligence nazionale di Tulsi Gabbard, sfacciata filoputiniana anti-Ucraina, ex rappresentante dem della Camera. Gabbard è molto più a destra dell’ex generale italiano Vannacci. È un’estremista. Ha ripetutamente preferito Putin al suo stesso Paese. Ha costantemente ripetuto a pappagallo i punti su cui batte il Cremlino, ha attaccato spesso l’Ucraina e Vladimir Zelensky, ha abbracciato dittatori vari come il siriano Bashar al-Assad. Gabbard è completamente dalla parte di Putin e presto potrebbe trovarsi a capo della Cia e di altre diciassette agenzie d’intelligence degli Stati Uniti. Il danno che potrebbe infliggere agli Stati Uniti e agli interessi della sicurezza europea e della Nato è incommensurabile.
Il mio ex collega al Financial Times, Gideon Rachman, in un tweet ha riassunto la situazione in questi termini: «Così – giusto per precisare – Tulsi Gabbard, la direttrice dell’intelligence nazionale americana indicata, è talmente filoputiniana da essere descritta come “un agente russo alla televisione russa”». Senza dubbio, a Mosca staranno stappando champagne. Con le sue azioni, Donald Trump sta dimostrando di essere un alleato fedele del dittatore russo e, agli occhi di molti americani, un traditore del suo stesso Paese.
Altra nomina controversa è quella di un ennesimo personaggio estremamente discutibile. Pete Hegseth. La nomina di questo presentatore di Fox News Tv a Segretario della Difesa degli Stati Uniti è scioccante. Hegseth è assolutamente incompetente e inadatto a guidare un’organizzazione con tre milioni di impiegati e un budget annuo di 900 miliardi di dollari. Pur essendo un veterano dell’esercito, Hegseth si è distinto perlopiù perché è un tirapiedi e un amico di Trump, un suo portavoce per gli attacchi alla diversità, un nemico giurato della cultura “woke” della sinistra. Hegseth ha detto che vuole licenziare il Capo dello Stato maggiore dell’esercito e delle forze armate. Nel frattempo, Trump ha suggerito che il precedente Capo dello Stato Maggiore Riunito venga “giustiziato”. Hegseth ha promesso di epurare molti generali e ha dichiarato che le donne – che dalla Seconda guerra mondiale possono servire nell’esercito degli Stati Uniti come combattenti – non dovrebbero essere più autorizzate a farlo.
Come altra qualifica, Hegseth può vantare il fatto di amar dire agli spettatori di Fox di non credere nei germi perché «non possiamo vederli» e l’esibizione compiaciuta del suo torace tatuato, ricoperto di simboli suprematisti, con la bandiera americana e altri tatuaggi neonazisti. Hegseth è anche accusato di abusi sessuali.
Se tutto ciò non fosse abbastanza spaventoso, giovedì è arrivata la conferma che il Partito repubblicano ha conquistato il controllo a maggioranza della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, composta da 435 membri. Questo assicura al partito di Trump un trionfo completo. Tombola! I repubblicani adesso hanno il controllo della Casa Bianca, della Camera, del Senato e della Corte Suprema, e quest’ultima ha già decretato che Trump ha l’immunità da presidente e quando lascerà lo Studio Ovale. Mercoledì scorso Trump ha scherzato a Washington con i repubblicani sul fatto di poter servire, forse, per un terzo mandato alla Casa Bianca. Tutti l’hanno accolta come una battuta, una delle solite di Trump. Questo è l’uomo per cui ha votato l’America. L’altra metà dell’America è così frastornata e stremata che quelle parole non sono state nemmeno discusse. La maggior parte dei democratici americani è ancora in stato di shock, incapace di digerire quello che è accaduto e quello che sta accadendo.
Le uniche speranze per impedire a Trump di nominare persone come Matt Gaetz, Tulsi Gabbard e Pete Hegseth ormai sono riposte nelle mani dei pochi repubblicani moderati rimasti in Senato. È quest’ultimo, infatti, a dover confermare le nomine del presidente, anche se sembra che Trump voglia cercare un modo per bypassare questa prassi. La domanda da porsi è se il nuovo capo della maggioranza dei repubblicani al Senato, John Thune, un moderato, accetterà le nomine più scandalose di Trump o no. Con una maggioranza di 53 a 47 al Senato, basteranno pochi franchi tiratori tra le file dei repubblicani per fermare una nomina. La nomina di Matt Gaetz al ministero della Giustizia, per esempio, potrebbe essere bocciata dal Senato.
Il New York Times ha riassunto le preoccupazioni di molti sulla nomina di Tulsi Gabbard in questi termini: «Donald Trump ha dimostrato di essere inadatto per la presidenza sotto innumerevoli aspetti, ma uno dei più evidenti è dato dalle persone di cui si circonda, personaggi trascurabili, teorici della cospirazione e sicofanti che mettono la fedeltà nei suoi confronti al di sopra di qualsiasi cosa. Gabbard ha preso posizione più volte in aperto contrasto con la politica estera americana e gli interessi nazionali per la sicurezza. In più occasioni l’abbiamo vista schierarsi dalla parte di uomini forti come il presidente russo Vladimir Putin e il presidente siriano Bashar al-Assad».
A dieci giorni dal 5 novembre, giorno della vittoria elettorale di Donald Trump, la situazione in cui versa l’America è questa. I prossimi anni saranno molto lunghi e molto penosi per il mondo intero. Italia inclusa.Traduzione di Anna Bissanti