L'ICONOCLASTA

Un candidato alla Casa Bianca sotto processso…

La prima domanda che tutti i miei amici europei mi fanno in questi giorni, quando salta fuori l’argomento Donald Trump, è com’è possibile che in America un uomo che è stato rinviato a giudizio con così tante accuse di condotte criminali sia ancora in lizza per diventare presidente.

Il mio editoriale pubblicato oggi su La Stampa

La seconda domanda è se Ron DeSantis batterà Trump alle primarie repubblicane. La terza domanda è se i democratici riusciranno a trovare un candidato più giovane di Joe Biden. E l’ultima è se Biden può battere Trump o DeSantis.

Dopo essere stato incriminato a marzo a New York per aver falsificato i registri contabili della sua azienda al fine di nascondere un pagamento illecito a una pornostar, gli ultimi capi di accusa ai danni di Trump verranno formalizzati ufficialmente alle 15 di martedì prossimo, alla Corte federale a Miami. E questa volta sono in ballo crimini federali molto più gravi: dalla cospirazione alla detenzione illegale di documenti top secret. Sarà rinviato a giudizio anche il suo assistente personale, Walt Nauta, l’uomo che avrebbe spostato i documenti.

Per inciso, è la prima volta in tutta la storia americana che un presidente o un ex presidente viene incriminato per reati federali. Un altro record per Trump, che già poteva vantare la qualifica di primo presidente statunitense a essere stato messo sotto impeachment due volte, anche se assolto. Messe tutte assieme, le varie nuove accuse potrebbero teoricamente comportare una condanna a 75 anni di galera. Ma i processi dureranno mesi, e alcuni non arriveranno in tribunale prima del 2024. Senza contare che ci potrebbero essere altri due rinvii a giudizio nel corso dei prossimi mesi – ad Atlanta, in Georgia, con l’accusa di cospirazione tesa a rovesciare l’esito delle elezioni del 2020, e a Washington, per incitamento alla violenza e all’insurrezione per i fatti del 6 gennaio 2021.

Tutto questo significa che Trump sarà sotto processo per tutta la campagna elettorale del 2024, o quasi. Eppure può vincere le primarie e diventare il candidato dei repubblicani per la Casa Bianca nell’estate del 2024, e se batterà Joe Biden potrà essere eletto presidente pur essendo sotto processo. In teoria, se venisse condannato, potrebbe persino svolgere il suo mandato da una cella. Com’è possibile? Quando i nostri Padri Fondatori che nel diciottesimo secolo hanno scritto la costituzione americana non potevano immaginare delle circostanze simili, e neppure un presidente come Donald Trump. I requisiti costituzionali per concorrere alla carica presidenziale sono solo tre: uno, il candidato deve essere nato negli Stati Uniti; due, deve avere almeno 35 anni di età; e tre, dev’essere stato residente negli Usa per almeno 14 anni.

Questo è quanto. Non ci siamo mai trovati di fronte alla prospettiva di un ex presidente che si candida per la Casa Bianca mentre risponde in tribunale a processi per reati federali.

Il che ci riporta alle quattro domande che i miei amici europei mi fanno in questo periodo:

1.Com’è possibile tutto questo? Trump può correre per la Casa Bianca anche se è sotto processo. Nella Costituzione americana non c’è nulla che lo vieti.

2. DeSantis può battere Trump alle primarie repubblicane? Sì, potrebbe, soprattutto se Trump verrà rinviato a giudizio questa estate con accuse ancora più gravi, come l’incitamento all’insurrezione o la tentata interferenza nei risultati elettorali. A un certo punto i repubblicani potrebbero saltare in massa sul carro di DeSantis. Ma avremo una panoramica molto più nitida dello schieramento repubblicano in agosto, quando in televisione avrà inizio la stagione dei dibattiti delle primarie.

3. Passando a Joe Biden, il problema dell’età esiste ed è concreto; due terzi circa degli americani sostengono che sia troppo vecchio per un nuovo mandato. Ma che ci piaccia o no è il presidente in carica, e sarà lui il candidato dei democratici nel 2024. Il suo unico sfidante è un triste estremista, Robert F. Kennedy, un no-vax che crede nelle teorie del complotto.

Insomma, toccherà a Biden.

4. DeSantis o Trump possono battere Biden? L’opinione prevalente oggi a Washington è che DeSantis avrebbe più chance di Trump di battere Biden alle elezioni del novembre 2024.

Per quanto riguarda Trump stesso, ha usato i rinvii a giudizio per offrire titoloni ai media, con nuovi attacchi ai procuratori e all’Fbi e allo stato di diritto. E poi, quasi subito, fin da giovedì sera, ha iniziato a sfruttare a suo vantaggio la notizia dei rinvii a giudizio. Li sta usando come cassa di risonanza per raccogliere fondi online, chiedendo soldi ai suoi sostenitori.

A questo punto le ultime accuse contro di lui sono interessanti per molteplici ragioni: di certo possono danneggiare le sue aspirazioni presidenziali, per quanto non abbiano alcun impatto su quel 40-50 per cento del Partito repubblicano che costituisce la sua base elettorale. È presto per giudicare, ma alla fine dei conti potrebbe essere DeSantis ad avvantaggiarsi della situazione. In un contesto più ampio, le accuse sono anche un grande test per la democrazia americana, e i processi accentueranno ulteriormente le profonde divisioni che squarciano il Paese. Allo stesso tempo dimostrano tuttavia che il sistema della giustizia funziona ancora, e che a volte si può dire davvero che nessuno è al di sopra della legge.

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