L'ICONOCLASTA

L’accordo tra Renzi e Berlusconi potrebbe rivelarsi molto positivo se ci portasse finalmente una nuova legge elettorale trasparente e fair, se ponesse fine al bicameralismo perfetto e se risultasse in un cambiamento del Titolo V della costituzione. Ma una volta ottenuto tutto questo, torniamo a preoccuparci dell’economia!

18 gennaio 2014 – Sintonia sulla legge elettorale e non solo. Sintonia tra il Pd e Forza Italia. Interessante.

Sarebbe molto positivo se si andasse finalmente verso una nuova legge elettorale che promuova il bipolarismo e ponga fine al veto dei partitini.

Sarebbe altrettanto positivo se si cambiasse il Titolo V e si cominciassero ad affrontare gli sprechi inaccettabili delle Regioni.

E se si trasformasse anche il Senato, allora ben venga l’accordo tra Renzi e Berlusconi. Alfano deve adeguarsi e Letta deve seguire le indicazioni del suo partito, a patto che il Pd approvi il testo che Renzi presenterà lunedì pomeriggio alla direzione.

Favorire la governabilità di questo paese e promuovere il bipolarismo eliminando il potere di ricatto dei partitini: tutto questo va nella direzione giusta.

Poi, dopo queste riforme, bisogna affrontare l’economia. Banca d’Italia ha confermato proprio ieri che esiste un allarme sulla ripresa, con rischi di ricaduta. Il tasso di disoccupazione continua a salire e la banca centrale ha confermato quello che sto scrivendo qui da tempo, e cioè che il numero di disoccupati continuerà a crescere anche nel 2014 e 2015, fino a quasi il 13%.

Ma l’incontro tra Renzi e Berlusconi, così criticato ieri dagli ultimi giapponesi della giungla nel Pd che non hanno digerito il risultato delle primarie dell’8 dicembre, potrebbe segnare una svolta. Vedremo. Speriamo.

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