L'ICONOCLASTA

Associated Press: «Clinton è la candidata democratica alla presidenza». Sanders non ci sta: «Tutto resta ancora possibile fino alla Convention dem di luglio»

7 giugno 2016 – Sarà Hillary contro Trump: ne è certa l’Associated Press (e con lei la maggior parte dei media Usa, tutti uniti nel rilanciare la notizia), che ha condotto un sondaggio tra i superdelegati, i pezzi grossi del Partito democratico, dai membri del Congresso ai governatori, che votano di diritto alla Convention senza dover essere scelti durante le primarie.

Sommando ai delegati già conquistati nel corso delle primarie (1.812) i superdelegati sentiti da AP, che hanno annunciato in maggioranza (571) di votare per Hillary, l’ex segretaria di Stato avrebbe già raggiunto il magic number, la soglia di delegati e superdelegati (2.383) da conquistare per uscire vincitrice dalla convention di Philadelphia di fine luglio. Sempre secondo AP, lo sfidante Bernie Sanders sarebbe sotto di più di 800 preferenze: ai 1.569 delegati conquistati durante le primarie si aggiungerebbero solo 48 superdelegati (per un totale di 1617 voti).

Ma Sanders non ci sta. Il senatore del Vermont ha dichiarato di non riconoscere la vittoria della rivale perché i superdelegati non renderanno palese il loro voto fino alla Convention di luglio. «È spiacevole vedere come i media stiano ignorando la richiesta della commissione nazionale del Partito democratico di aspettare questa estate per la conta dei superdelegati», ha commentato il portavoce del senatore. E ancora: «Clinton non ha e non avrà il numero di delegati necessari per assicurarsi la nomination. Resta appesa ai superdelegati, che non voteranno fino al 25 di luglio e potrebbero cambiare idea da qui a quella data».

La macchina da guerra composta dai plenipotenziari del partito e dai media mainstream sta mettendo Sanders sotto pressione affinché si ritiri. Tuttavia, Sanders è deciso a non mollare e ha promesso una contested Convention, una Convention dove la ripartizione dei superdelegati, assegnati dal partito in gran maggioranza ad Hillary, sarebbe messa in discussione.

Gli elettori democratici votano oggi negli ultimi sei stati rimasti: California, New Jersey, Montana, North Dakota, South Dakota e New Mexico. E se Sanders dovesse vincere in California (lo Stato più popoloso, con oltre 500 delegati in palio e dove i sondaggi danno un testa a testa tra i due sfidanti), è molto probabile che continui ad andare avanti come un ariete fino a luglio. Sanders sta combattendo per spostare il suo partito più a sinistra, ed è praticamente certo che si batterà fino all’ultimo sangue nonostante la matematica sia in ogni caso dalla parte dell’ex first lady. Obiettivo del senatore del Vermont è quantomeno di strappare concessioni importanti alla Convention: proposte più radicali da inserire nel programma politico e la partecipazione alla selezione del vicepresidente in caso di vittoria della Clinton a novembre.

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