16 novembre 2015 – Uno dei sospettati per le stragi di venerdì a Parigi potrebbe trovarsi in Italia: è un ragazzo francese di 32 anni, Baptiste Burgy. La polizia stradale ha appena chiesto «a tutte le pattuglie in servizio sulle autostrade del Piemonte e sulla tangenziale di Torino» di cercare una Seat Ibiza nera. Il presunto terrorista sarebbe entrato ieri in Italia attraverso la frontiera di Ventimiglia. Il servizio di cooperazione internazionale di polizia ha inviato una nota alle autorità italiane chiedendo «di ricercare una autovettura Seat modello sconosciuto di colore nero, targa GUT 18053 con probabile ingresso a Ventimiglia. Possibile collegamento con gli attentati in Francia». Le ricerche si concentrano principalmente in Piemonte.
Intanto, si è conclusa poco dopo le 14 l’operazione condotta dalle forze speciali belghe a Molenbeek, il quartiere arabo di Bruxelles da cui provengono diversi sospettati. Le autorità hanno portato al fermo di una persona ma non è stato trovato, come si pensava in un primo momento, Salah Abdeslam, fratello di uno degli attentatori morti a Parigi.
Finora, sono cinque i presunti responsabili degli attacchi terroristici di venerdì a Parigi che sarebbero stati identificati dalle autorità francesi.
Due di questi facevano parte del gruppo che ha compiuto la carneficina a colpi di kalashnikov al Bataclan: 89 morti e un centinaio di feriti. Ismaël Omar Mostefaï, 29 anni e nato a Courcouronnes, a sud di Parigi, si è fatto esplodere dopo la mattanza. È stato subito identificato attraverso le impronte digitali. Tra l’autunno del 2013 e la primavera del 2014 avrebbe soggiornato in Siria. L’altro è Samy Amimour, anche lui di nazionalità francese (nato a Parigi nel 1987), e anche lui si è fatto esplodere prima dell’arrivo delle forze dell’ordine all’interno della sala concerti. Nel settembre 2013, Amimour passa il confine con la Turchia per raggiungere lo Stato islamico. Nel giugno del 2014 il padre si era recato in Siria nel tentativo disperato di riportare il figlio a casa, senza successo. Il cadavere di un terzo attentatore non è ancora stato identificato.
Le autorità francesi conoscono poi con certezza le generalità di uno dei kamikaze saltato in aria nei pressi dello Stade de France, è il giovanissimo Bilal Hadfi, nazionalità francese e nato nel 1995, risiedeva in Belgio. Secondo una fonte europea citata dal Washington Post, Hadfi avrebbe combattuto in Siria con lo Stato islamico. Molto più incerta l’identità di un secondo attentatore, accanto al cui cadavere è stato trovato un passaporto siriano intestato a Ahmad Al-Mohamma, nato a Idlib (Siria) nel 1990. Le generalità risultano sconosciute ai servizi francesi. Le impronte digitali dell’uomo corrispondono a quelle rilevate durante un controllo in Grecia: il giovane ha infatti, dopo aver passato la Turchia, attraversato l’isola greca di Leros il 3 ottobre per poi dirigersi in Serbia, dove ha fatto domanda di asilo politico, prima di raggiungere un campo profughi in Croazia per poi partire per l’Ungheria. Tuttavia, domenica, la ministra francese della Giustizia, Christiane Taubira, ha dichiarato che il passaporto siriano è falso, mettendo in dubbio la corrispondenza tra il documento e il terrorista. Totalmente sconosciuta invece l’identità di un terzo terrorista dello Stade de France.
Quanto ai responsabili delle sparatorie, tra il X e l’XI arrondissement, al bar Le Carillon, al ristorante Le petit Cambodge, al caffè Bonne Bière e al ristorante La Belle Equipe, sappiamo che erano almeno due, a bordo di una Seat nera. La macchina è stata ritrovata domenica a Montreuil con all’interno dei kalashnikov, ma non conosciamo né l’identità degli attentatori, né tantomeno dove si trovano in questo momento.
Sappiamo invece che a farsi esplodere alle 21:43 di fronte alla brasserie Comptoir Voltaire è stato Ibrahim Abdeslam, nato a Bruxelles il 30 luglio 1984. Non possiamo dire con certezza se era a bordo della Seat che ha seminato panico e morte a colpi di kalashnikov tra il X e l’Xi arrondissement, ma sappiamo che è stato lui ad affittare la vettura in Belgio.
Tra i sospettati anche il fratello minore di Ibrahim, Salah Abdeslam, francese ma residente a Bruxelles, che potrebbe essere il quarto passeggero della Seat. Abdeslam era stato fermato lunedì mattina dalla polizia francese a Cambrai insieme ad altre due persone, ma è stato lasciato andare: solo più tardi il suo nome è stato collegato agli attacchi di Parigi. La macchina su cui viaggiava è stata fermata nuovamente a Bruxelles, nel quartiere Molenbeek-Saint-Jean, ma l’uomo non era più all’interno della vettura.
Le autorità francesi e belghe credono poi di riconoscere in Abdelhamid Abaaoud, bruxellese di Molenbeek-Saint-Jean, la mente dietro gli attentati di venerdì. Tuttavia, i magistrati in Belgio hanno detto a Reuters che si tratta di “indiscrezioni non confermate”. È sospettato di aver indottrinato i fratelli Abdeslam e di essere l’organizzatore della cellula terroristica di Verviers smantellata in Belgio nello scorso gennaio. Abaaoud combatte con lo Stato islamico e si trova in questo momento in Siria, a Raqqa.
Intanto, la Francia sta bombardando con i suoi jet Raqqa, la “capitale” dell’Isis in Siria. Centrato il centro di comando dell’Isis con raid che hanno impegnato 10 jet. Colpito anche il centro di addestramento e un altro per il reclutamento.