6 ottobre 2016 – C’è stata la marcia indietro, benché parziale, ma la proposta lanciata dalla ministra dell’Interno del governo britannico è di quelle destinate a inasprire i rapporti tra il Regno Unito e l’Unione europea.
«Le aziende saranno obbligate a rivelare quanti lavoratori stranieri hanno in organico», così Amber Rudd, martedì, alla Conferenza annuale di Birmingham del Partito Conservatore. In un discorso infuocato, la ministra ha parlato della necessità di «svergognare» le società con troppi stranieri in organico, allo scopo di «evitare che migranti vengano assunti in posti di lavoro che potrebbero essere affidati ai cittadini britannici». Rudd ha quindi annunciato la volontà di rendere più difficile l’ottenimento dei visti agli studenti provenienti da paesi extra-europei.
Tuttavia, di fronte alle polemiche sollevate dalle sue parole, la ministra ha ritrattato in parte, sostenendo di non aver mai fatto riferimento a liste di proscrizione ma di voler semplicemente lanciare «un dibattito su quali competenze vogliamo avere nel Regno Unito e dove abbiamo bisogno di andarle a cercare fuori dal Regno Unito, al fine di aiutare le imprese e rafforzare la nostra economia, e non penso che dovremmo avere una situazione in cui non si possa parlare di questo».
La stessa premier Theresa May – la persona che dovrà traghettare il Regno Unito fuori dall’Unione europea, così come deciso dai cittadini nel referendum dello scorso giugno – ha usato parole non esattamente conciliatorie: «Non abbiamo lasciato l’Unione per poi perdere il controllo sull’immigrazione», ha spiegato a Birmingham.
Parole ha cui ha risposto indirettamente la cancelliera tedesca Angela Merkel. Intervenendo alla conferenza dell’associazione degli industriali tedeschi a Berlino, Merkel ha chiarito come per il Regno Unito non sarà in alcun modo possibile continuare ad accedere al mercato interno Ue senza permettere la piena circolazione di persone e merci. «Se noi non diremo che il pieno accesso al mercato interno Ue è legato alla piena accettazione delle quattro libertà fondamentali europee – ha dichiarato la cancelliera – si aprirà in Europa un processo per cui ogni Paese farà poi come vuole».
Il Regno Unito, secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dalla prima ministra May, dovrebbe dare ufficialmente inizio alle pratiche di abbandono dell’Ue entro marzo 2017.
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