11 novembre 2015 – «Sono la parte lesa, io e l’istituzione che rappresento. Sostengo pienamente l’azione della magistratura e la invito ad andare avanti». Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma per presunte irregolarità relative alla sentenza del Tribunale civile di Napoli dello scorso 22 luglio, che ha confermato la decisione del 2 luglio del giudice monocratico Gabriele Cioffi, accogliendo il ricorso di De Luca (condannato a un anno per abuso d’ufficio quando era sindaco di Salerno) contro la sospensione dall’incarico per l’applicazione della legge Severino, il Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità redatto dall’allora ministra della giustizia Paola Severino.
Insieme a lui altre sei persone, alcune del suo staff, risultano indagate. Il capo della segreteria e vicesegretario del Pd regionale, Nello Mastursi, è indagato per induzione alla corruzione e si è dimesso due giorni fa. Iscritti nel registro degli indagati anche la giudice del tribunale di Napoli che ha emesso il verdetto, Anna Scognamiglio (per corruzione in atti giudiziari), suo marito Guglielmo Manna, manager dell’ospedale Santobono e un avvocato che avrebbe fatto da intermediario tra le parti.
Tutto parte da un’intercettazione in cui il manager Manna chiede al capo segreteria Mastursi un’assunzione nell’ambito della sanità facendo presente la possibilità di un intervento di sua moglie, la giudice Scognamiglio, nella decisione che interessava De Luca. Secondo i pm il governatore della Campania «per il tramite di Giuseppe Vetrano e Carmelo Mastursi», sarebbe stato minacciato «di una decisione a lui sfavorevole da parte del tribunale civile di Napoli, con conseguente perdita della carica ricoperta» e per questo indotto «a promettere a Guglielmo Manna, sempre per il tramite dei due, la nomina a una importante carica dirigenziale nella sanità campana».
«Sono la parte lesa», ha ribadito De Luca in conferenza stampa. «Da Napoli – ha dichiarato – lanciamo la sfida della trasparenza, della correttezza e del rigore amministrativo. Noi e il partito in cui milito siamo protagonisti di questa sfida e non arretreremo di un passo».