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Stati Uniti escono dagli accordi di Parigi sul clima

1 giugno 2017 – Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la sua decisione di uscire dagli accordi di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici. “Gli Stati Uniti cominceranno a negoziare un nuovo accordo sul clima. Vogliamo un accordo che sia giusto. Se ci riusciremo benissimo, altrimenti pazienza”, ha detto Trump aggiungendo che “Gli Usa non onoreranno più le parti non vincolanti dell’accordo di Parigi a partire da oggi”.

“L’accordo negoziato da Obama impone target non realistici per gli Stati Uniti nella riduzione delle emissioni, lasciando invece a paesi quali la Cina un lasciapassare per anni”: è quanto si legge nel documento riportato da alcuni media americani e distribuito in Congresso dalla Casa Bianca per spiegare la decisione del presidente Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sul clima di Parigi. Una decisione coerente con quanto promesso in campagna elettorale: il ritorno dei posti di lavoro nell’industria del carbone, persi per colpa della “bufala cinese” dei cambiamenti climatici.

“Annuncerò la mia decisione sull’accordo di Parigi giovedì alle 3.00 pm. Al Giardino delle Rose della Casa Bianca. MAKE AMERICA GREAT AGAIN”, aveva annunciato su twitter ore prima dell’annuncio. Al G7 di Taormina, Trump si era rifiutato di confermare il testo concordato e ratificato dal suo Paese sotto la presidenza di Obama, lasciando di sasso i partner occidentali.

L’accordo frutto della Conferenza di Parigi del 2015, approvato dalle delegazioni di 195 paesi (e già ratificato da 147), parte dal riconoscimento della minaccia “urgente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta” rappresentata dai cambiamenti climatici.

Al di là della decisione di Trump, la Cina e l’India, così come l’Unione Europea e praticamente tutti gli altri paesi hanno intenzione di mantenere gli accordi per accelerare la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra.”Non importa se altri cambiano idea, continueremo a seguire un modello di sviluppo sostenibile”, ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese Hua Chunying. I cambiamenti climatici, ha aggiunto, sono “una sfida globale” che nessun Paese può ignorare.

Inoltre, il dissenso interno agli stessi Stati Uniti è alto: la maggior parte delle grandi corporation, Exxon compresa, che ha investito notevolmente nelle rinnovabili, sono contrarie all’uscita dall’accordo di Parigi. E 17 Stati, California e New York in testa, hanno già annunciato che continueranno il loro impegno senza curarsi di quanto deciderà il presidente.

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