L'ICONOCLASTA

Trump è indagato per ostruzione alla giustizia

15 giugno 2017 – Il cerchio del Russiagate si è stretto intorno al presidente Donald Trump che, secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita fonti vicine al procuratore speciale Robert Mueller, risulta indagato per il reato di obstruction of justice, ostruzione alla giustizia.

Mueller era stato nominato il 18 maggio dal viceministro della Giustizia Rod Rosenstein (subentrato al ministro Jeff Sessions, che è stato costretto a ricusarsi dalle indagini sul Russiagate dopo le rivelazioni sui suoi contatti con l’ambasciatore russo a Washington). La scelta di incaricare un procuratore speciale per condurre le indagini sulle possibili collusioni tra l’entourage di Vladimir Putin e quello di Donald Trump ai danni della candidata democratica Hillary Clinton durante le elezioni del 2016 è stata dettata dal licenziamento, da parte di Trump, del direttore dell’FBI James Comey, lo scorso 9 maggio.

Immediata la reazione della Casa Bianca: «La fuga di notizie dell’Fbi è scandalosa, ingiustificabile e illegale», ha dichiarato Mark Corallo, portavoce di Marc Karowitz, avvocato di Trump.

La scorsa settimana, l’ex direttore dell’FBI aveva testimoniato di fronte alla Commissione intelligence del Senato. Durante l’audizione, Comey ha rivelato i dettagli di numerose conversazioni avute con il presidente. La prima, poco dopo l’insediamento di Trump, il 27 gennaio. Come anticipato dal New York Times, in quell’occasione Trump avrebbe chiesto al direttore dell’FBI se poteva contare sulla sua «lealtà». Comey avrebbe risposto di non potergli assicurare «affidabilità» nel senso politico convenzionale, ma che sarebbe sempre stato onesto con lui. Ma la conversazione più scottante risale 14 febbraio, quando Trump, durante un meeting sul terrorismo, chiese al vicepresidente Mike Pence e al procuratore generale Jeff Sessions di uscire dallo Studio Ovale per rimanere solo con Comey. Trump, sostiene Comey, avrebbe chiesto direttamente e inequivocabilmente al direttore dell’FBI di “lasciare andare” Michael Flynn, l’ex consigliere per la sicurezza nazionale sotto inchiesta per incontri avuti con l’ambasciatore russo a Washington e attività di lobbista non dichiarate per la Russia e la Turchia.

Le indagini nei confronti del presidente per “obstruction of justice”, riporta il Washington Post, sarebbero iniziate pochi giorni dopo il licenziamento di Comey e poggerebbero non solo sulle accuse di quest’ultimo ma su elementi concreti.

Tuttavia, la strada è molto complessa. L’organo preposto a giudicare presunti comportamenti criminali di un presidente non è il dipartimento di Giustizia ma il Congresso, che può decidere se avviare una procedura di impeachment. Come accadde a Nixon, dimessosi nell’agosto del 1974 proprio per evitare un’imminente procedura di impeachment che, anche allora, poggiava su accuse di ostruzione alla giustizia.

ULTIMI ARTICOLI