L'ICONOCLASTA

F.A.Q. per Ammazziamo il Gattopardo: Il Gioco del Potere

(NB: Caro lettore, qui troverai quattro domande e risposte da Alan su Ammazziamo il Gattopardo: Il Gioco del Potere, la nuova trasmissione che debutta stasera alle 23,20 su La7)

D. Chi è il protagonista della prima puntata?
R. Il protagonista della prima puntata della nuova trasmissione su La7 stasera alle 23,20 è senz’ombra di dubbio il Presidente Massimo D’Alema, che parla a tutto campo.

D. Qual è il titolo della prima puntata?
R: Il titolo della puntata prende spunto dall’obiettivo originale di Matteo Renzi, qualche anno fa, di “rottamare” Massimo D’Alema, come simbolo di un Pci o Pd vecchio di testa e di spirito. Il titolo quindi è “IL ROTTAMATO?”, con un punto interrogativo.

D. Ma tra i sei primi ministri che hai intervistato, Alan, chi ti ha colpito di più?
R. Tra i sei primi ministri che ho intervistato per il mio libro, come per questa mini-serie TV e per la web serie del Corriere TV, credo che sia stato D’Alema che mi ha colpito di più. Il suo linguaggio. Le parole. La pronuncia. Il fatto che non mi guarda quasi mai in faccia, per un’ora e mezzo di intervista in video, seduti uno di fronte all’altro. Quanto poco contatto dai suoi occhi verso i miei! Uno stile distaccato, formale, innervato di toni più vicini al sarcasmo che all’ironia.

D. C’è qualche momento dell’intervista che vorresti aver girato in video ma non l’hai fatto?
R. Sì, è il momento alla fine del pomeriggio, dopo circa tre ore insieme, in cui D’Alema mi fa i complimenti per i miei articoli nell’International Herald Tribune. L’ho descritto a pagina 156 del mio libro. Ecco quel brano: Ormai l’intervista è finita e D’Alema mi accompagna tra le gabbie dei cani e il garage verso la strada sterrata sul ciglio della collina. Ci sono nuvole scure, una brezza leggera da nord, e il tardo pomeriggio di fine estate minaccia temporale. Ci fermiamo a dare un’ultima occhiata allo splendido panorama, la campagna, le vigne, le colline, e lo ringrazio per essere stato così generoso del suo tempo. E lui mi rivolge un complimento che un po’ mi prende in contropiede, perché dichiara: “La leggo sull'”Herald” ogni giorno, e spesso sono d’accordo con quello che scrive”. E io non so cosa dire: devo informare D’Alema che non scrivo per l’International Herald Tribune da circa dieci anni, dal 2003? No. Mi limito a un semplice “Grazie, tanto,” e sorrido, saluto, salgo in macchina e parto.

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