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IL FT: LA GERMANIA ALIMENTA LE SPERANZE DI UNA RIPRESA NELL’EUROZONA

La crescita tedesca è un ottimo segnale per la ripresa dell’economia nell’intera eurozona, che nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha guadagnato lo 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente, scrive il britannico Financial Times. Ma le prestazioni dei diversi stati membri restano sensibilmente impari. Quanto all’Italia, gli economisti sono cauti, attendono basi più solide. Troppe volte, in questi ultimi anni, le aspettative sul Belpaese si sono rivelate illusorie.

13 febbraio 2015 – L’economia dell’eurozona è cresciuta dello 0,3 per cento tra il terzo e il quarto trimestre del 2014, alimentando le speranze che la problematica ripresa nella regione si stia alla fine irrobustendo dopo anni di quasi stagnazione.

Le cifre, pubblicate dall’Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, sono leggermente migliori rispetto alle previsioni di un’espansione dello 0,2 per cento, superando le stime precedenti di un decimo di punto percentuale.

L’economia della regione è tuttora meno estesa rispetto a prima della crisi finanziaria globale, scoppiata più di sei anni fa. Ma gli ultimi miglioramenti supportano le attese secondo le quali una combinazione di petrolio a basso prezzo, euro più debole e uno storico programma di Quantitave Easing da parte della Banca centrale europea farà del 2015 l’anno in cui l’area della moneta comune potrà finalmente vedere una ripresa economica significativa.

Tuttavia, le prestazioni dei diversi stati membri restano sensibilmente impari.

Entrambe le due più grandi economie della regione sono cresciute nell’ultimo trimestre, ma mentre la crescita tedesca procede a pieno ritmo, l’espansione dell’economia francese è stata inferiore al livello di cui avrebbe bisogno per combattere una disoccupazione record.

L’economia italiana, la terza più grande dell’eurozona, stagna – un risultato leggermente migliore delle aspettative, cosa che ha creato ottimismo sul 2015, che potrebbe segnare la fine di tre anni consecutivi di recessione.

I rischi politici, come la resa dei conti tra Atene e i suoi creditori dell’eurozona, continuano a minacciare la crescita, con i dati che mostrano una contrazione dell’economia greca dello 0,2 per cento nell’ultimo trimestre, evidenziando il legame tra il malessere economico dell’area monetaria e la sua disordinata struttura governativa.

L’economia tedesca ha terminato l’anno con un dato alto, in espansione, dello 0,7 per cento tra il terzo e il quarto trimestre, superando le attese degli analisti di una crescita dello 0,3 per cento. Allo stesso tempo, la Francia ha raggiunto a malapena una crescita dello 0,1 per cento nell’ultimo trimestre, in linea con le stime dei mercati ma lasciando la seconda più grande economia dell’eurozona priva di una ripresa abbastanza forte da poter aiutare i tre milioni e mezzo di disoccupati del paese.

In Germania, il tasso dei senza lavoro, secondo le statistiche nazionali, è al suo livello più basso dal dopo riunificazione (6,5 per cento). Questo ha aiutato a sollevare la domanda interna, con le famiglie che hanno aumentato «considerevolmente» la loro spesa nel quarto trimestre, secondo l’Ufficio statistico federale del paese.

Sono presenti anche segnali che mostrano come le aziende tedesche stiano riiniziando a fare investimenti sostanziosi, con un aumento della spesa per macchinari e equipaggiamenti, soprattutto nel settore dell’edilizia.

«Sembrerebbe che i consumatori [tedeschi] stiano spendendo tutti i guadagni imprevisti provocati dal calo del prezzo del petrolio, e una migliorata attività d’investimento sottolinea come le aziende si stiano facendo più fiduciose su un duraturo miglioramento della domanda interna e globale», spiega Thomas Harjes, economista di Barclays.

Jörg Krämer, capo economista di Commerzbank, commenta: «Il solito sospetto [per gli ottimi dati] è l’inusuale clima mite di dicembre, specialmente considerando come le statistiche accennino a un forte aumento di spese nell’edilizia. Ma anche se i numeri fossero leggermente più bassi, la crescita nel quarto trimestre sarebbe ugualmente piuttosto forte».

L’economia spagnola è cresciuta dello 0,7 per cento nel quarto trimestre, dati che sono stati pubblicati la scorsa settimana. L’economia olandese si è espansa con una variazione dello 0,5 per cento trimestre su trimestre, superando le stime di uno 0,3 per cento, ha rivelato l’ufficio statistico. Anche i dati sulla crescita del Portogallo hanno superato le attese, con l’economia che è cresciuta dello 0,5 per cento rispetto alle stime di 0,3 per cento.

«Con la ripresa in corso in Francia – anche se ancora fiacca – e uno slancio di forte crescita in Spagna, la ripresa nell’area euro appare sotto una luce migliore rispetto alle attese», ha commentato Harjes di Barclays.

Le azioni tedesche sono scambiate sul mercato a 10.985,73 (+0,6 per cento, un nuovo record). L’euro è più alto dello 0,2 per cento, a 1,1428 dollari, e l’indice FTSEurofirst 300 è cresciuto dello 0,5 per cento, segnando il record positivo degli ultimi sette anni, aiutato anche dalle speranze di un allentamento delle tensioni geopolitiche.

L’economia tedesca è cresciuta dell’1,6 per cento nel corso del 2014. Era partita con slancio prima che la crescita si esaurisse nel secondo e terzo trimestre, quando le esportazioni e la fiducia sono state ostacolate dalla crisi in Ucraina, con i governi occidentali che hanno inflitto sanzioni nei confronti di aziende e personalità russe.

Gli ultimi dati portano la crescita francese nel 2014 allo 0,4 per cento.

Philippe Waechter, capo economista di Natixis Asset Management a Parigi, ha spiegato che mentre la domanda interna ha contribuito alla crescita, sono crollati gli investimenti delle famiglie e delle aziende. «Non siamo fiduciosi sugli investimenti, questa è la più grande debolezza», ha aggiunto.

I dati di venerdì arrivano mentre il governo socialista di François Hollande sta tentando di far accettare diverse riforme favorevoli alle imprese, allo scopo di far tornare la seconda economia più grande dell’eurozona a una crescita più sostenuta.

Le riforme, contenute in un pacchetto presentato in parlamento, includono misure per liberalizzare le aperture dei negozi la domenica, liberalizzare le professioni regolamentate e autorizzare la concorrenza nelle linee degli autobus per i tragitti lunghi.

L’economia italiana si è contratta dello 0,4 per cento nel 2014, ma la Banca d’Italia prevede una crescita del prodotto interno lordo di almeno 0,5 per cento quest’anno e almeno 1,5 per cento nel 2016 sulla scia di un euro debole, cosa che, si aspettano, dovrebbe favorire le esportazioni. Si spera inoltre che il programma di acquisto di titoli della banca centrale europea, combinato con il calo del prezzo del petrolio, aiuterà i consumi.

Ma le speranze di una ripresa nell’economia italiana si sono infrante in diverse occasioni negli ultimi anni, è per questo che molti economisti aspettano basi più solide prima di proclamare una variazione del ciclo.

(Traduzione di Luna De Bartolo)

VIA/ The Financial Times

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