27 gennaio 2015 – Il neo primo ministro greco, il leader di Syriza Alexis Tsipras, ha svelato la composizione del suo esecutivo.
Il nuovo governo conta solo 10 ministeri, 8 in meno rispetto al precedente governo guidato dall’ex premier conservatore e leader di Nuova Democrazia, Antonis Samaras. L’alleato di coalizione Panos Kammenos, presidente di Greci Indipendenti (Anel) – destra nazionalista, nato da una scissione interna a Nuova Democrazia –, è il nuovo ministro della Difesa mentre al suo partito, secondo i media locali, andranno tre o quattro sottosegretari.
Ministro delle Finanze è Yanis Varoufakis, ex docente di economia all’Università del Texas di Austin e dichiaratamente comunista, l’uomo che ha scritto il programma economico di Syriza. In un’intervista alla radio irlandese Newstalk rilasciata stamattina, Varoufakis ha assicurato che «come futuro ministro delle Finanze non andrò all’Eurogruppo a chiedere una soluzione che sia buona per il contribuente greco e cattiva per quello irlandese, slovacco, tedesco, francese e italiano».
Yannis Dragasakis è il nuovo vice premier: a lui spetterà trattare con la Troika in virtù della delega ai negoziati con l’Unione europea. Poi, Nikos Kotzias agli Esteri, Panagiotis Lafazanis alle Attività produttive e Panos Skourletis al Lavoro.
I primi provvedimenti del nuovo esecutivo, se le indiscrezioni raccolte dalla stampa greca dovessero essere confermate, riguarderanno l’innalzamento del salario minimo da 450 a 751 euro e la reintroduzione della contrattazione salariale collettiva. Nel corso della campagna elettorale, Tsipras si è inoltre particolarmente speso per il ripristino dell’assicurazione sanitaria obbligatoria per tutti i cittadini, tredicesima per i pensionati meno abbienti, aiuti pubblici per l’elettricità e le abitazioni, buoni pasto per chi è in difficoltà.
L’accordo di coalizione tra Syriza e i Greci Indipendenti – hanno fatto trapelare fonti interne a questi ultimi – prevede che il partito conservatore accetti integralmente la politica economica di Syriza, mentre il partito di Tsipras si impegna a non toccare alcuni punti giudicati fondamentali dai Greci Indipendenti: separazione tra Stato e Chiesa, che Syriza congelerà, e l’accordo di compromesso con Skopje sulla questione del nome Macedonia, che la Grecia ritiene appartenga solo a lei.
Il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem sarà venerdì ad Atene per incontrare il nuovo premier Tsipras e parlare del futuro della Grecia. Proprio ieri, prima del “gabinetto d’emergenza” convocato con i presidenti della Bce, del Consiglio e della Commissione Ue, Dijsselbloem aveva dichiarato: «Essere membro dell’Eurozona significa accettarne tutte le condizioni».
Più conciliante il messaggio inviato ieri dalla Commissione la quale, ha fatto sapere, «rispetta pienamente la scelta sovrana e democratica», è «pronta a lavorare con il nuovo governo quando sarà formato» e a «collaborare per risolvere i problemi rimasti».
Severo il monito della Germania, affidato al ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier: «Berlino offrirà al futuro governo greco del leader di Syriza, Alexis Tsipras, di continuare a collaborare, ma il Paese deve rispettare gli impegni concordati».
All’Eurogruppo di ieri si è ovviamente discusso del dossier greco. La zona euro vorrebbe che il nuovo Governo si impegnasse nell’estensione dell’attuale programma di aiuti, che scade il 28 febbraio e dopo il quale la Grecia sarebbe lasciata sola con tutte le scadenze del suo debito, che non sarebbe in grado di onorare.
Se Tsipras accettasse una proroga del piano, rispettando gli impegni presi sulle riforme dall’esecutivo che l’ha preceduto, l’Ue potrebbe – come già concesso nel 2012 a Samaras – allungare ulteriormente le scadenze e rivedere i tassi. Non viene preso in considerazione un potenziale haircut del debito greco: «Non vedo sostegno per una cancellazione del debito – ha chiuso il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem. Abbiamo fatto già tanto per alleviarne il peso, allungando le scadenze e agendo sui tassi».
A margine della conferenza stampa dell’Ecofin che si è svolto oggi a Bruxelles, il ministro delle Finanze Padoan ha dichiarato che l’Italia sta lavorando a «una soluzione concordata» sul debito greco perché «è interesse di tutti» che Atene resti nell’eurozona.
«Vedremo cosa dirà il nuovo governo greco. All’Ecofin non si è parlato molto, proprio per rispetto del governo greco, aspettiamo di vedere quali sono le loro intenzioni», ha detto Padoan.
Luna De Bartolo