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FLASH NEWS: PROSSIMA SETTIMANA SI TERRÀ L’INCONTRO TRA IL PD E IL M5S

8 luglio 2014 – «Abbiamo finalmente ottenuto le risposte alle domande che avevamo posto. Adesso manderemo una lettera punto per punto. Poi faremo un incontro la prossima settimana».

Ad annunciare la ripresa del dialogo con il movimento di Grillo è il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini.

«Siamo disponibili a confrontarci» con il Movimento Cinque Stelle «dentro l’impianto che abbiamo voluto dare alla legge elettorale, cioè una legge elettorale che determini chi vince e chi perde alle elezioni, che garantisca la governabilità e che consente ai cittadini di scegliere», ha aggiunto Guerini.

L’appuntamento di ieri era stato cancellato dal capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, che affermava: «Il Pd considera questo confronto molto serio e importante per il dibattito democratico nel nostro Paese e per dare più forza al percorso delle riforme. Proprio per queste ragioni riteniamo imprescindibile che tale confronto possa svolgersi solo dopo che saranno pervenute formali risposte alle questioni indicate nei giorni scorsi dal Pd».

Risposte arrivate ieri in serata, pubblicate sul blog di Beppe Grillo, e che facevano seguito a una raffica di insulti pronunciati dal comico genovese in direzione di Matteo Renzi (“ebetino”, “sbruffoni della democrazia”). Poco dopo, la clamorosa retromarcia.

Questi erano i punti proposti da Matteo Renzi:

1. Per noi un vincitore ci vuole sempre. L’unico modello che assicura questo oggi in Italia è la legge elettorale che assegna un premio di maggioranza al primo turno o al secondo turno. Il Movimento 5 Stelle, per esempio, ha vinto a Parma, Livorno e Civitavecchia nonostante che al primo turno abbia preso meno del 20% dei voti. Però poi al ballottaggio ha ottenuto la metà più uno dei votanti. Vi chiediamo: siete disponibili a prevedere un ballottaggio, così da avere sempre la certezza di un vincitore? Noi sì.

2. Siete disponibili a assicurare un premio di maggioranza per chi vince, al primo o al secondo turno, non superiore al 15%, per assicurare a chi ha vinto di avere un minimo margine di governabilità? Noi sì.

3. Siete disponibili a ridurre l’estensione dei collegi? Noi sì.

4. Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte Costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito “è incostituzionale, è costituzionale”? Noi sì.

5. Siete disponibili a ridurre il potere delle Regioni modificando il titolo V e riportando in capo allo Stato funzioni come le grandi infrastrutture, l’energia, la promozione turistica? Noi sì.

6. Siete disponibili ad abbassare l’indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo ed eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni? Noi sì.

7. Siete disponibili ad abolire il CNEL? Noi sì.

8. Siete disponibili a superare il bicameralismo perfetto impostando il Senato come assemblea che non si esprime sulla fiducia e non vota il bilancio? Noi sì.

9. Siete disponibili a che il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali? Noi sì.

10. Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una risposta al tema immunità che non diventi occasione di impunità? Noi sì.

A tutte e dieci le domande i pentastellati hanno risposto di sì, ma a determinate condizioni. Ad esempio, sul premio di maggioranza dell’Italicum, i Cinque Stelle sono «disponibili a prevedere un ballottaggio che dia a una forza politica la maggioranza dei seggi, a condizione di evitare che la conquista del primo posto si trasformi in una corsa all’ammucchiata di tutto».

Qualche obiezione maggiore è stata sollevata sul Senato, anche se nessun ostacolo appare realmente insormontabile.

Luna De Bartolo

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