25 settembre 2017 – La cancelliera Angela Merkel ha vinto le elezioni politiche del 24 settembre, ma il risultato del suo partito, la CDU, d’ispirazione cristiano-democratica, è ben al di sotto delle aspettative. Male i socialdemocratici, entra in parlamento per la prima volta la destra di AfD mentre tornano al Bundestag i liberali. Lievemente in crescita i Verdi e la sinistra.
L’unione CDU-CSU ha preso il 33% dei voti (perdendo 8 punti e mezzo rispetto alle precedenti elezioni). Ancora peggio è andata ai socialdemocratici di Martin Schulz, che erano al governo in coalizione con la cancelliera: 20,5% (cinque punti in meno rispetto al 2013) e ritorno all’opposizione. Ottimo risultato quello ottenuto invece dalla destra xenofoba, ferocemente islamofoba e nazionalista di AfD, che guadagna quasi otto punti rispetto alle consultazioni di 4 anni, quando non aveva superato la soglia di sbarramento del 5%, ed entra per la prima volta in parlamento con il 12,6% delle preferenze. Ritorno al Bundestag per i liberali della Fdp, con il 10,7% (fermi al 4,8% nel 2013). Sostanzialmente stabile la sinistra Linke, al 9,2%, in crescita di mezzo punto percentuale rispetto alle precedenti elezioni, così come i Verdi, all’8,9% (più 0,5% rispetto a quattro anni fa).
Il leader socialdemocratico Martin Schulz ha dichiarato che il suo partito lascerà la coalizione di governo per posizionarsi all’opposizione: «Un giorno amaro, un giorno difficile per la socialdemocrazia», ha commentato una volta appresi i risultati, per poi annunciare: «Oggi finisce il lavoro con la Cdu e la Csu, andremo all’opposizione».
Per formare un nuovo esecutivo, la cancelliera Merkel dovrà quindi quasi certamente fare ricorso a una coalizione detta “Giamaica” (dai colori della bandiera del Paese caraibico) con i Verdi e i liberali. Un’alleanza che a prima vista non appare così ben assortita, visti i toni euroscettici e filorussi tenuti dai liberali di Christian Linder durante la campagna elettorale (grazie ai quali sono resuscitati e tornati in parlamento). «Avremmo sperato qualcosa di meglio, ma abbiamo il mandato e nessuno costruirà un governo contro di noi», ha dichiarato Angela Merkel, che si appresta ad iniziare il suo quarto mandato. «Io sono ottimista, come lo ero prima, sul fatto che troveremo una soluzione», ha spiegato ai giornalisti.
«La grande differenza tra noi e Afd è che noi andremo a governare mentre per ora loro sono una sana e robusta opposizione», è il commento entusiasta del leader leghista Matteo Salvini a proposito del successo ottenuto dalla destra nazionalista tedesca. Gli fa eco la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: «In Germania, come in Francia, Austria e in tutta Europa, cresce il consenso contro l’attuale governo delle nazioni europee».
Quel che è certo è che una Merkel indebolita e costretta ad un’alleanza con i liberali euroscettici, così come l’ingresso delle destre in parlamento, sarà d’ostacolo a una maggiore integrazione europea, allontanando l’idea della creazione di un bilancio federale europeo così come di una qualche forma di mutualizzazione del debito pubblico degli Stati membri.
E per l’Italia, questa è una pessima notizia.
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