L'ICONOCLASTA

Grecia: nonostante tutta la polemica, alla fine qualche compromesso ci sarà

21 giugno 2015 – Nonostante gli insulti, nonostante il fatto che Christine Lagarde rimproveri la Grecia e pretenda una trattativa “tra adulti” mentre il Premier Alexis Tsipras parla tranquillamente della “responsabilità criminale” del Fondo monetario internazionale, alla fine, a mio avviso, si arriverà comunque a un compromesso nella saga pluriennale della crisi del debito greco. Potrebbe essere una specie di dichiarazione di tempi supplementari in cui Atene ottiene un’estensione dell’attuale programma di aiuti per 60 o 90 giorni, in cambio di un impegno della Grecia di fare le riforme, anche se la definizione delle riforme potrebbe risultare ancora un po’ vaga.

La realtà è che la Grecia è in bancarotta da anni, ma non si pronunciano queste parole ad alta voce. La realtà è che la Grecia dovrebbe fare le riforme delle pensioni come hanno fatto l’Italia, Irlanda, Spagna, Portogallo e altri paesi. La realtà è che nell’eventuale compromesso si rischia di sborsare alla Grecia altri soldi dei contribuenti di mezz’Europa, l’Italia compresa. La realtà non è bella ma un compromesso è probabile data la realpolitik della situazione, ed è su questo che Tsipras conta.

Non è casuale che Tsipras giochi la carta Russia, cercando di aprire un’incertezza geopolitica. Intanto Obama sta spingendo Angela Merkel ad accettare una soluzione che tiene la Grecia dentro l’euro. Gli americani si preoccupano per eventuali danni collaterali che potrebbero seguire la formalizzazione di un default e della bancarotta della Grecia. Vogliono un’Europa in crescita che compra il Made in Usa, non un’Europa alle prese con l’ennesima crisi. Anche se è vero che il rischio di un contagio o di un effetto domino è molto ridotto grazie al Quantitative Easing di Mario Draghi, un Grexit sarebbe comunque un momento traumatico per il sistema finanziario europeo ed internazionale. Gli americani e Draghi e Merkel vogliono evitare quello che i banchieri centrali chiamano un “rischio sistemico”. E quindi alla fine, secondo me, un compromesso ci sarà. Si farà buon viso a cattivo gioco.

Alan Friedman

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