L'ICONOCLASTA

Grecia, nessuna intesa al vertice dei ministri delle Finanze. Ora tocca ai capi di Stato e di governo decidere del futuro di Atene nella zona euro

12 luglio 2015 – «Abbiamo lavorato finora. Vi sono un paio di importanti questioni ancora aperte. Ora ne informeremo i leader, sta a loro definirle». Così il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem annunciando la fine dell’incontro dei ministri delle Finanze dell’Ue. Ora la palla passa all’Eurosummit, il vertice dei capi di Sttao e di governo della zona euro.

Ancora un fallimento nel trovare un’intesa sulla Grecia dopo l’Eurogruppo di sabato, conclusosi con un nulla di fatto. Un esito che aveva portato alla cancellazione del summit dei capi di Stato e di governo allargato ai 28 paesi membri Ue che avrebbe dovuto svolgersi domenica mattina. I ministri delle Finanze Ue erano tornati a riunirsi alle 11 di domenica mentre, come aveva informato il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, avrebbe avuto luogo nel pomeriggio, come da programma, il vertice dei capi di Stato e di governo dei 19 componenti della zona euro.

L’Eurogruppo di sabato – convocato per discutere la richiesta greca di un piano di aiuti internazionali da 53 miliardi di euro (fino a 74 miliardi con la necessaria ricapitalizzazione delle banche elleniche) in cambio di riforme attraverso il fondo salva-Stati, e che secondo indiscrezioni avrebbe dovuto protrarsi fino a notte fonda – è stato invece interrotto poco dopo la mezzanotte per tornare ad aggiornarsi domenica mattina. In crisi appare la fiducia tra gli Stati membri, più che la validità del piano proposto da Atene: in molti dubitano della capacità del governo Tsipras di realizzare quanto promesso.

Secondo il retroscena riportato su La Stampa, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem avrebbe messo fine al vertice per evitare una rottura insanabile tra due protagonisti della vicenda greca. «Mentre il presidente della Bce, Mario Draghi, stava spiegando un dettaglio sul debito ellenico, Wolfgang Schaeuble – scrive la corrispondente da Bruxelles Tonia Mastrobuoni – lo avrebbe interrotto sibilando “non sono stupido”». Quindi la decisione di Dijsselbloem: «Riaggiorniamoci a domani». Ieri, Frankfurter Allgemeine Zeitung am Sonntag citava un documento del ministero delle Finanze tedesco nel quale veniva considerata l’ipotesi di una sospensione della Grecia dall’euro per cinque anni. In questo arco di tempo, è l’argomentazione del dicastero guidato dall’inflessibile Schaeuble, Atene potrebbe ristrutturare il suo debito. Un secondo senario del ministero tedesco ipotizza invece la permanenza della Grecia nella moneta unica ma con un accordo estremamente duro che prevede la nascita di un fondo nel quale il paese verserebbe 50 miliardi di euro di attivi in garanzia e non meglio precisati tagli automatici alla spesa.

E i problemi per Alexis Tsipras non finiscono qui. Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita l’emittente finlandese Yle, La Commissione Affari Europei del parlamento di Helsinki si sarebbe opposta alle negoziazioni per i finanziamenti ad Atene, visto che le proposte di Tsipras non garantiscono il buon esito delle trattative. La posizione della Commissione non verrà pubblicata prima della decisione dell’Eurogruppo. Insieme alla Finlandia, vengono citati tra i falchi anche Estonia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Slovenia, Austria e Olanda: i paesi che appoggiano la Germania sulla Grexit.

I tempi per salvare Atene sono strettissimi, con la Borsa e le banche elleniche chiuse da più di una settimana. Il paese è sull’orlo del tracollo. La palla è principalmente nel campo della Germania: Schaeuble vuole che la responsabilità di salvare la Grecia ricada interamente sulle spalle della cancelliera Angela Merkel, e non è chiaro se la leader tedesca intenderà prendere una decisione così invisa alla sua opinione pubblica.

Luna De Bartolo

ULTIMI ARTICOLI