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Il giorno più lungo: i racconti di Prodi e D’Alema sul voto per il Quirinale

Gattopardi in agguato: Dodici mesi fa, i franchi tiratori del Pd votavano contro Prodi. Friedman si chiede se c’è un legame tra i gattopardi di ieri e quelli di oggi

19 aprile 2014 – C’è un legame tra i famosi 101 che hanno affossato, un anno fa, la candidatura di Romano Prodi per la presidenza della Repubblica, e i franchi tiratori che nelle ultime settimane hanno votato contro l’Italicum e le altre riforme proposte dal nuovo governo Renzi? La domanda sorge spontanea di fronte alla polemica, mai sopita, sull’identità dei franchi tiratori del 19 aprile 2013, e dopo le smentite inedite da parte di Massimo D’Alema, registrate durante l’intervista da lui rilasciata ad Alan Friedman per il libro Ammazziamo il Gattopardo.

Sull’accusa di avere qualcosa a che fare con il voto che ha bloccato Prodi, Massimo D’Alema mette le mani avanti e dichiara con enfasi: «Io non c’entro nulla, ero fuori, non faccio parte…io non ho ispirato niente».

Nella nuova puntata della web serie tratta dal suo libro, Alan Friedman ci riporta a uno dei giorni più drammatici della storia recente della politica italiana.

Siamo nell’aprile 2013 e dopo due mesi di stallo, dopo le inconcludenti elezioni di febbraio e con l’Italia ancora senza un governo, è arrivato il momento di eleggere il successore di Giorgio Napolitano.

È il giorno del quarto scrutinio di quella tormentata votazione. Archiviata la sfortunata candidatura di Franco Marini, frutto dell’intesa con il Pdl di Silvio Berlusconi, il Pd di Pierluigi Bersani decide di puntare tutto su Romano Prodi.

Ed è il giorno in cui il Pd si spacca, sbarrando al Professore la strada che lo avrebbe portato al Quirinale. Una lunga giornata di recriminazioni, polemiche e accuse, di forti smentite da parte di Massimo D’Alema, accusato di aver ispirato i 101 franchi tiratori all’interno del Pd. Ventiquattro ore intensissime che culminano nelle dimissioni del segretario Bersani e della presidente Rosy Bindi.

Friedman ricostruisce quel giorno attraverso la voce del protagonista, Romano Prodi, e di Massimo D’Alema, chiamato in causa proprio dal Professore. Quest’ultimo ricorda perfettamente una telefonata avuta con D’Alema prima della votazione: «Mi ha detto: “Benissimo, tuttavia queste decisioni così importanti dovrebbero essere prese coinvolgendo i massimi dirigenti” …e quando ho ascoltato questo ho messo giù il telefono, ho chiamato mia moglie e le ho detto “Flavia vai pure alla tua riunione perché di sicuro Presidente della Repubblica non divento”».

«Quel giorno, il 19 aprile 2013», è la conclusione di Friedman, «non è stato solo il giorno più lungo di Romano Prodi, ma uno dei giorni più ignobili della storia recente

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