L'ICONOCLASTA

Il governo Renzi presenta la riforma della scuola. Bene. Ma il grosso deve ancora arrivare.

3 settembre 2014 – Le linee guida per la riforma della scuola presentate questa mattina mi sembra vadano nella giusta direzione. Quattro punti, in particolare, toccano delle problematiche importanti, che l’Italia avrebbe dovuto affrontare già da tempo.

1. Innanzitutto, si dichiara di voler superare il legame tra gli scatti di carriera e l’anzianità sostituendolo con un principio di meritocrazia: sarà la qualità del lavoro dei docenti a determinare gli aumenti in busta paga e non il tempo passato in cattedra. Questo è sacrosanto! È un principio che l’Italia dovrebbe introdurre con decisione in ogni settore per operare un vero e proprio cambio di mentalità. Una misura che andrà a tutto vantaggio degli studenti, che si troveranno di fronte insegnanti gratificati e stimolati a fare sempre meglio.

2. Poi c’è l’obbligo di alternare la scuola con il lavoro negli ultimi tre anni di corso negli istituti tecnici e professionali. Anche questo è molto importante. Uno dei grandi problemi del mercato del lavoro italiano, come mi ha spiegato Pietro Ichino nell’intervista realizzata per “Ammazziamo il Gattopardo”, è proprio la mancanza di legame tra studi e lavoro: i ragazzi terminano la scuola e non sanno nemmeno da dove cominciare. Se questa misura venisse accompagnata da interventi sui contratti d’apprendistato (ovvero: semplificazione delle norme, detassazione per almeno cinque anni dell’apprendista, e liberazione da ogni rischio di sanzione per l’imprenditore che al termine dell’apprendistato preferisce non confermare il giovane alle proprie dipendenze), allora si potrebbe veramente fare un salto di qualità.

3. Fondamentale è anche la volontà di stimolare lo stanziamento di risorse esterne da singoli cittadini, fondazioni e imprese attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. Guardiamoci in faccia: le scuole italiane cadono a pezzi e trovare istituti dotati di computer è una rarità. Qui bisogna veramente superare le vecchie ideologie ed entrare nel XXI secolo.

4. E infine, il potenziamento della lingua inglese e l’introduzione dell’Economia come materia di studio in tutte le scuole secondarie. Questo è importantissimo: molti giovani italiani hanno un livello di inglese inadeguato, che preclude la possibilità di qualsiasi carriera internazionale. L’inglese e l’economia sono le chiavi d’accesso per un mondo sempre più globalizzato: senza la padronanza dell’inglese e dell’economia le porte del mondo sono chiuse.

Vedremo se Renzi andrà fino in fondo, se fa sul serio, e se riuscirà a impedire che i gattopardi diluiscano questo tentativo di riforma.

Ma il grosso deve ancora arrivare: il Jobs Act. Questo sarà il vero banco di prova di Renzi. Sarà una misura gattopardesca o una rivoluzione realmente in grado di creare posti di lavoro? Qui si misurerà il valore del suo governo.

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