L'ICONOCLASTA

In quest’Italia stanca della crisi, è bene che qualcuno ci ricordi le storie dei piccoli e medi imprenditori che riescono a resistere. Sono loro la vera spina dorsale dell’economia.

26 gennaio 2014 – La ripresa economica in Europa, come ha detto Mario Draghi durante il vertice di Davos, rimane debole, fragile e con dei rischi al ribasso.

In Italia, come ho già scritto qui, la ripresa quest’anno non sarà sufficiente per creare nuovi posti di lavoro. Bisogna tagliare il cuneo fiscale in modo molto più ambizioso del timido tentativo contenuto nella legge di stabilità. E bisogna fare molto ma molto di più.

Intanto, Corrado Formigli, il conduttore di Piazzapulita, ha appena pubblicato il suo primo libro, intitolato Impresa Impossibile (Mondadori). È un viaggio attraverso la realtà di otto imprenditori che racconta in modo molto interessante come questi hanno vissuto loro la crisi, come l’hanno vinta e, soprattutto, come sono riusciti a non tagliare l’occupazione.

È un gran bene che qualcuno ci ricordi che sono i piccoli e medi imprenditori a continuare a resistere. E che ci spieghi come fanno. Sono loro la vera spina dorsale dell’economia. Sono loro che mostrano tutta la fantasia, l’energia e la capacità di resistere, e questo nonostante la burocrazia, la pressione fiscale, e uno Stato che non aiuta a creare le precondizioni per il successo o ne mette addirittura in pericolo la sopravvivenza.

In questo libro Formigli fa l’inviato, va in giro per il Paese e, raccontando le storie di questi imprenditori non famosi ma verissimi, fa un servizio prezioso.

Dobbiamo ricordare che c’è un’Italia che non si rassegna, c’è un’Italia che rifiuta di gettare la spugna, perché se finalmente i politici riuscissero a svegliarsi e dessero ascolto alla gente comune e ai piccoli e medi imprenditori, allora forse potremmo farcela davvero. Non fraintendiamo: a mio avviso ci vorrà una serie di riforme di vasta portata per cambiare il Paese, e sappiamo quanto sia stato e quanto resta difficile ottenere una risposta soddisfacente da questa classa politica.

Mi è piaciuta in particolare la storia di Enrico Loccioni di Angeli di Rosora (Ancona), che Formigli chiama «l’Adriano Olivetti della Vallesina», alla guida di un’azienda marchigiana che è divenuta leader mondiale come solution provider per altre aziende nel controllo qualità dei processi in catena di montaggio. Ma anche le altre storie danno qualcosa di cui il Paese è in serio deficit, e cioè la speranza!

Per tutti quelli che sono stufi dei giochi sporchi della politica e della stagnazione economica di questi anni, questo, sì, è un libro da leggere.

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