L'ICONOCLASTA

ISTAT – Disoccupazione ancora in calo a gennaio, ma nel 2014 record di senza lavoro. Giù la disoccupazione giovanile. Matteo Renzi: «Bene ma non basta»

2 marzo 2015 – Cala la disoccupazione in Italia, anche se solo di un decimo di punto percentuale.

Il tasso di disoccupazione a gennaio è pari al 12,6 per cento. Lo comunica l’Istat aggiungendo che, dopo il calo già registrato a dicembre, il primo mese del 2015 ha registrato una nuova diminuzione dello 0,1 per cento – tornando sullo stesso livello di dodici mesi prima.

Piccoli segnali positivi in grado di accendere le speranze dopo un annus horribilis, il 2014, che ha visto invece un nuovo record di senza lavoro: 12,7 per cento (era al 12,1 nel 2013), il tasso più alto dal 1977, anno di partenza delle serie storiche ricostruite.

Migliora l’occupazione giovanile, il cui tasso a gennaio è del 41,2 per cento (era al 41,4 a dicembre 2014) e aumentano le donne occupate (+0,2 per cento su dicembre).

È cautamente soddisfatto il premier Matteo Renzi: «Più 130mila posti di lavoro nel 2014 – scrive su twitter – bene ma non basta. Ora al lavoro per i provvedimenti su scuola e banda ultralarga #lavoltabuona».

«Il lieve incremento registrato anche a gennaio (+11 mila rispetto a dicembre) porta a un aumento complessivo di 131 mila occupati su base annua. È un risultato incoraggiante dopo diversi anni di caduta dell’occupazione». Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sui dati Istat: si intravede «un 2015 migliore per l’occupazione e l’economia». «Nei prossimi mesi – aggiunge il ministro – potremo vedere l’effetto pieno delle misure varate dal Governo con la riforma del lavoro e con la legge di stabilità per sostenere la ripresa e per favorire l’occupazione stabile».

Per Poletti il Jobs Act porterà «anche la riduzione della precarietà» con «l’abolizione delle tipologie contrattuali più precarizzanti, e potrà favorire la ripresa dei consumi, in quanto dà alle persone una prospettiva più certa e definita».

È ottimista il ministro del Lavoro, che a margine di un convegno dell’Acli ha dichiarato che «tutti i centri studi ci danno 100mila occupati in più nel 2015. Sono fiducioso che possiamo fare qualcosa di meglio e mi auguro che 150mila possa essere un numero vicino alla realtà».

Luna De Bartolo

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