L'ICONOCLASTA

Istat: Disoccupazione in aumento ma crescono gli occupati. Bankitalia, Visco: “Ripresa ancora da consolidare, bisogna tagliare il cuneo fiscale”

31 maggio 2016 – Dopo il calo di marzo di 1,7 punti percentuali, ad aprile sale nuovamente il tasso di disoccupazione (11,7% rispetto all’11,5 di marzo; 0,4% in meno rispetto ad aprile 2015), che torna ai livelli di febbraio. Un aumento che, spiegano dall’Istat, è imputabile a una maggiore partecipazione nel mercato del lavoro: più persone sono alla ricerca di un impiego facendo così crescere il dato statistico.

Insieme ai disoccupati (2.986.000, in crescita di 50.000 unità su marzo e in calo di 93.000 unità sullo stesso mese dello scorso anno), crescono anche gli occupati: ad aprile +51.000 su marzo. Diminuiscono chiaramente gli inattivi: rispetto 113.000 unità in meno rispetto a marzo e 292.000 unità rispetto ad aprile 2015.

«La ripresa è ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per l’Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia. Si deve, e si può, fare di più». Questo è quanto dichiarato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nelle Considerazioni finali, presentate oggi a palazzo Koch, sottolineando come l’Italia stia uscendo «lentamente, con esitazione, da un lungo periodo di crisi, non solo finanziaria ed economica».

Secondo Visco, «L’evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento» della riduzione del rapporto tra debito pubblico e pil «nel 2016, uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni possono consentire di avvicinare il più possibile il rapporto tra debito e prodotto a quanto programmato e garantirne una riduzione significativa nel 2017».

«Nel 2015 – ha ricordato il numero uno di Bankitalia – l’economia italiana è tornata a crescere per la prima volta dall’avvio della crisi del debito sovrano. Vi sono chiari segnali positivi, soprattutto per la domanda interna. L’attività economica – ha messo in guardia – rimane però lontana dai livelli precedenti la crisi; è soggetta alle stesse incognite che gravano sull’economia globale ed europea».

«Benessere e sicurezza sono beni primari: il tentativo di garantirli dando alle sfide globali risposte frammentate, di tenere le minacce fuori dall’uscio di casa tornando a erigere barriere nazionali ha però ben poche probabilità di riuscita; causa danni certi e ingenti», è il monito di Visco, che chiede un «salto di qualità» in Ue trovando unità su materie fondamentali, quali la gestione dell’immigrazione, e cita Altiero Spinelli che voleva un’unione «che spezzi decisamente le autarchie economiche».

La domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, e il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007 di oltre due punti percentuali, ma «la disoccupazione resta però troppo alta», ha dichiarato Visco, sottolineando che il «progressivo riassorbimento, essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini, è necessario anche per riportare l’inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi».

Poi le priorità: «Per una ripresa più rapida e duratura è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti» ed è importante anche «un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro». Visco chiede inoltre di rafforzare gli incentivi all’innovazione e sostenere i redditi dei più poveri. Se oggi non ci sono margini di bilancio, è però «possibile programmare l’attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio».

E ancora: «La legalità è condizione cruciale per lo sviluppo, e il contrasto dell’evasione fiscale, della corruzione e della criminalità organizzata possono permettere di sostenere l’attività delle tante imprese competitive». Per Visco «le priorità di riforma sono chiaramente individuate»: rimozione illegalità, ridare efficienza a P.a. e giustizia civile, investimenti nella innovazione e nella ricerca del capitale umano.

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